ASIA/CAMBOGIA - DOPO LE ELEZIONI SI RISCHIA UNO STALLO POLITICO E LA GENTE TEME NUOVE TENSIONI. LA PRUDENZA DELLA CHIESA

giovedì, 31 luglio 2003

Phnom Penh (Agenzia Fides) – “La Cambogia rischia uno stallo politico: la gente è preoccupata: si teme lo spettro dei disordini sociali avvenuti dopo le elezioni del 1998”: lo ha detto in un colloquio con l’Agenzia Fides il missionario salesiano padre Leo Ochoa, Direttore della Scuola Tecnica Salesiana di Phnom Penh, all’indomani delle elezioni politiche tenutesi in Cambogia il 27 luglio. La scuola accoglie oltre 500 studenti che vengono istruiti su elettronica, meccanica, informatica, inglese.
Le elezioni si sono svolte pacificamente, senza episodi di violenza. I risultati ufficiali saranno resi noti solo l’8 agosto, ma le prime proiezioni danno in vantaggio il Cambodian People’s Party (CPP) del primo Ministro in carica Hun Sen, con circa il 49% ei voti, mentre i due partiti di opposizione, il Sam Rainsy Party e il Funcipec hanno, secondo i sondaggi, una percentuale rispettivamente intorno a 22% e 20% dei voti. “Oggi si nota una certa tensione – dice p. Ochoa - perchè i partiti di opposizione hanno dichiarato che non vorranno formare un governo di coalizione con il CPP di Hun Sen. Si rischia perciò uno stallo politico in quanto sembra che il CPP non riuscirà ad ottenere la maggioranza di due terzi dei seggi in Parlamento, necessari per governare. Per questo la gente ha paura di vedere nuovi disordini, come accadde all’indomani della tornata elettorale del 1998”.
Anche la Chiesa cambogiana, un piccolo gregge di 20mila fedeli su 13 milioni di abitanti, è prudente. Il salesiano spiega all’Agenzia Fides: “Molta parte della comunità cattolica è composta da fedeli vietnamiti trasferitisi in Cambogia. Alcuni uomini politici, nei partiti di opposizione, assimilano la religione cattolica ai vietnamiti, che non sono benvisti per problemi politici del passato, e di questa avversione anche la Chiesa soffre. Ma la Chiesa non sostiene nessun partito politico: lavora invece per il bene della nazione cambogiana, specialmente per i giovani e per i poveri, senza distinzione di cultura, razza, nazionalità o religione. Le nostre porte sono aperte per tutti”.
La comunità cattolica – dice il missionario - è molto impegnata nel campo dell’educazione, anche se le scuole sono laiche e la fede è insegnata nelle parrocchie, con corsi di almeno tre anni, prima di dispensare i battesimo. “Lavoriamo molto nel campo della promozione e dello sviluppo umano, insegnando e testimoniando valori evangelici come il rispetto per l’altro, l’amore il perdono”.
“E il governo oggi – aggiunge p. Ochoa - stima i cattolici, specialmente i missionari presenti nel paese: Missioni Estere di Parigi , salesiani , gesuiti, suore di Madre Teresa, Pime, Maryknoll. Molti dicono che le nostre opere e scuole sono le migliori in circolazione, per l’alta qualità dei servizi offerti. Sulla base di questa stima di cui godiamo, c’è grande speranza di superare tutte le difficoltà”.
La religione più diffusa in Cambogia è il Buddismo theravada. Nel 1975-79 , con il regime dei khmer rossi, fu soppressa qualunque forma di religione nel paese. Nel 1979 sono stati ripristinati il Buddismo e l’Islam e nel 1990 è stata riconosciuta la libertà di culto ai cristiani.
(PA) (Agenzia Fides 31/7/2003 lines 43 words 527)


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