AMERICA/ARGENTINA - I Vescovi argentini, appoggiati da numerosi gruppi laici, chiedono un dibattito pubblico sulla legge che vuole introdurre nelle scuole l’educazione sessuale come materia obbligatoria

martedì, 22 novembre 2005

Buenos Aires (Agenzia Fides) - Nell’ambito di un dibattito nazionale sulla campagna promossa dal governo per rendere la materia dell’educazione sessuale obbligatoria e curricolare nelle scuole pubbliche e private, e davanti alla possibilità che, al termine dell’attuale legislatura, si approvino leggi in forma sorprendemente rapida, senza che i cittadini ne abbiano consapevolezza, la Conferenza Episcopale Argentina ha pubblicato una breve nota nella quale, per il bene della nazione, chiede “ai signori legislatori che, con autentico spirito democratico, sottomettano i progetti di legge al corrispondente ed ampio dibattito previo, che includa la consultazione di quanti sono interessati, specialmente i genitori e le istituzioni ed organizzazioni impegnate nell'educazione”.
Già nei giorni precedenti l'Arcivescovo di La Plata, Mons. Héctor Aguer, aveva denunciato che questo tipo di “educazione sessuale” è in realtà “una corruzione legale” e si tratta “di una invasione intollerabile dei diritti dei genitori nel campo dell'educazione dei loro figli”. Secondo l'Arcivescovo, è in gioco “una cosa molto delicata e molto grave”, perché invece di insegnare ai ragazzi a dominare i loro impulsi, a fare riferimento alla sessualità come a quella che dà senso pieno all'amore e trasmette la vita, e quindi presentare la costituzione della famiglia mediante il matrimonio, i ragazzi vengono invece incitati “alla fornicazione, alla lussuria, alla promiscuità e a tutto quello che dissolve la persona e, in definitiva, dissolve la famiglia e la società”. Ciò che è ancora peggio è che “tutto questo succede al riparo della legge”.
Anche i rappresentanti di 96 organizzazioni non governative Iberoamericane ed Europee hanno espresso il loro rifiuto totale al disegno di legge sull’educazione sessuale e si sono impegnati a “difendere la libertà dei genitori nella scelta dell'educazione dei loro figli”, portando questa inquietudine nelle sedi legali internazionali. Anche la Corporazione degli Avvocati Cattolici e le organizzazioni “Pro vita” hanno appoggiato la petizione dei Vescovi di non approvare la legge sull’educazione sessuale senza il consenso dei cittadini. Numerose istituzioni ed organizzazioni impegnate nell'educazione hanno pubblicato una loro nota intitolata “Di fronte ad una possibile legge sull’educazione sessuale” nella quale affermano: “l'educazione sessuale, dovere e diritto fondamentale dei genitori, deve realizzarsi sempre sotto la loro sollecita direzione, tanto in casa come nei centri educativi”. Affermano inoltre che questa legge propone una visione riduzionista della persona e della sessualità “ignorando i valori morali, affettivi e spirituali che sono alla base dell'amore umano, come la fedeltà, l'assistenza, la cooperazione, il rispetto". (RG) (Agenzia Fides 22/11/2005, righe 29, parole 396)


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