AMERICA/BRASILE - “Non è accettabile che una proposta di legge possa permettere l'eliminazione di un essere umano innocente ed indifeso”: decisa presa di posizione del Consiglio Permanente dei Vescovi Brasiliani per il diritto alla vita

martedì, 15 novembre 2005

Brasilia (Agenzia Fides) - Il Consiglio Permanente della Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani ha pubblicato una Nota intitolata “Diritto di Nascere” nella quale esprime la sua chiara e decisa posizione a difesa del diritto alla vita. Nella breve nota, siglata il 10 novembre, i Vescovi esprimono il loro totale disaccordo circa il progetto di legge n° 1135/91 che intende accordare ad ogni donna il “diritto di interrompere volontariamente la gravidanza”, e quindi depenalizza l’aborto. “Si tratta di un attacco frontale al diritto fondamentale di ogni essere umano: il diritto di nascere” puntualizzano i Vescovi. “Questa violazione tocca gli altri diritti umani, provoca il crollo dell'ordine sociale e giuridico e apre spazi per altri innumerevoli abusi morali” denuncia la Chiesa Brasiliana.
In questa prospettiva “è urgente ribadire, basandosi su solidi dati scientifici, che la vita umana inizia con la fecondazione, da quel momento l'essere umano possiede un patrimonio genetico ed il proprio sistema inmunologico, e cresce in un modo coordinato, progressivo e continuo”. Quindi la vita umana deve essere rispettata e difesa dall'inizio dell’esistenza fino alla sua morte naturale. “Non è perciò accettabile che un disegno di legge possa permettere l'eliminazione di un essere umano innocente ed indifeso”. Inoltre - affermano i Vescovi - “diviene incoerente il discorso sui diritti umani, perché si entra in contraddizione quando difendendo gli altri diritti, si nega il diritto fondamentale di nascere e vivere”.
Non appartiene comunque alla madre il diritto di interrompere liberamente la gravidanza, poiché malgrado il nascituro possa essere portatore di malattie incurabili o malformazioni congenite, fin dall’inizio ha la propria dignità. Come la vita della madre richiede difesa, stima ed aiuto, lo stesso trattamento deve essere assicurato al figlio che porta nel suo seno. Infine la nota dei Vescovi ricorda che è sacro il diritto all'obiezione di coscienza dei professionisti della salute che non ammettono di esercitare la loro professione in contrasto con i loro principi morali. Lo stesso diritto vale per le istituzioni di assistenza alla salute. (RZ) (Agenzia Fides 15/11/2005, righe 24, parole 332)


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