AFRICA/RD CONGO - APPELLO DEL VICEPRESIDENTE DI PAX CHRISTI INTERNATIONAL, MONS. MONSENGWO, ARCIVESCOVO DI KISANGANI: “ESTENDERE IL MANDATO DELL’ONU NELL’ITURI”

venerdì, 18 luglio 2003

Kinshasa (Agenzia Fides)- Appello di Pax Christi International per l’estensione delle operazioni delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea nell’Ituri, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Con una lettera inviata ieri 17 luglio, al Segretario Generale dell’ONU, Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kisangani e Vicepresidente di Pax Christi International, ed Etienne De Jonghe, Segretario Internazionale di Pax Christi, chiedono l’estensione dei mandati ed un attivo coinvolgimento al fine di cercare la pace per l’intera regione.
Il mandato della MONUC (Missione delle Nazioni Unite in Congo) termina infatti alla fine di luglio mentre la missione ARTEMIS dell’Unione Europea terminerà il 1°settembre 2003.
Nella loro lettera i due esponenti di Pax Christi affermano che “la necessità di una forte presenza dell’ONU per prevenire un genocidio è evidente a Bunia, ma interventi quali l’operazione “Artemis” devono far parte di un più ampio sforzo per la pace. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite discuterà il rinnovo del mandato della MONUC alla fine di questo mese. Speriamo che l’attuale missione a Bunia sia la base per un mandato più ampio della MONUC nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo”.
Si chiede in particolare che “un’operazione UE e/o ONU nella regione dell’Ituri e nella RD del Congo dovrebbe essere inserita in un contesto che preveda: processo di disarmo dei bambini soldato, delle milizie e delle altre parti coinvolte nel conflitto; rafforzamento della società civile e delle iniziative di riconciliazione tra i differenti gruppi e popoli; necessità e sviluppo di un processo politico di pace più generale, che includa tutti i paesi africani della regione dei Grandi Laghi; necessità di sviluppare nuovi strumenti di diritto internazionale in grado di contrastare le cause economiche e strutturale del conflitto (war economy); ovvero fermare il circolo vizioso dello sfruttamento delle risorse e dell’importazione di armi; necessaria pressione politica sui governi di Rwanda e Uganda; aiuto allo sviluppo dovrebbe essere urgentemente orientato alla ricostruzione delle infrastrutture di base della società (centri sanitari, scuole, abitazioni); fermare l’impunità: i signori della guerra e gli altri leader irresponsabili dei gruppi combattenti dovrebbero essere condotti davanti a tribunali nazionali e/o internazionali.”
L’Agenzia Fides in una drammatica corrispondenza dall’Ituri, pubblicata ieri 17 luglio (disponibile sul nostro sito: http://www.fides.org/ita/news/2003/0307/17_757.html), aveva messo in luce il dramma delle popolazioni , che al di fuori della città di Bunia, sono alla mercé della violenze delle bande armate che imperversano nella zona.
La difficile situazione nel nord-est sarà una delle priorità che il nuovo governo di unità nazionale insediatosi ieri a Kinshasa dovrà affrontare. L’esecutivo è guidato dall’attuale Presidente Joseph Kabila, affiancato da 4 vicepresidenti:, Jean-Pierre Bemba capo del Movimento di Liberazione Congolese (MLC), Azarias Ruberwa, leader dell’Unione Congolese per la Democrazia (RCD); Abdoulaye Yerodia Ndombasi, ex ministro degli Esteri del precedente governo, e Arthur Z'ahidi Ngoma, in rappresentanza dell’opposizione politica non armata.
Il governo di unità nazionale è stato formato in base all’accordo di Sun City (Sudafrica) dello scorso aprile. In base agli accordi, dopo due anni dall’insediamento del governo di transizione, si terranno le elezioni politiche e presidenziali.
L.M.) (Agenzia Fides 18/7/2003 righe 44, parole 536)


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