ASIA/FILIPPINE - Una marcia contro la corruzione: 200 organizzazioni scendono in strada

giovedì, 18 settembre 2025 diritti umani   società civile   giovani   corruzione  

Manila (Agenzia Fides) - Sono oltre 200 le organizzazioni che si preparano alla grande marcia contro la corruzione che si terrà il 21 settembre a Manila. La manifestazione, che si focalizza sugli abusi compiuti nei progetti di controllo delle inondazioni, chiede trasparenza e accertamento delle responsabilità, perché chi ne ha sia chiamato a rispondere legalmente. Il movimento "non ha colore politico", ha spiegato Francis Joseph Aquino Dee, portavoce della cosiddetta "Marcia dei trilioni di pesos", un titolo che ricorda proprio la malversazione dei fondi che, destinati a opere per prevenire i disastri naturali, sono invece spariti, con grave impatto sulla popolazione. L'iniziativa della marcia è stata lanciata dal "Church leaders Council for national transformation", che ha creato una rete, riunendo gruppi religiosi, formazioni politiche, organizzazioni della società civile, università. La protesta pubblica - spiegano gli organizzatori, tra i quali il mons. Colin Bagaforo, Vescovo di Kidapawan, e p. Abert Delvo, presidente della "Catholic educational association of the Philippines" - chiede giustizia per le anomalie verificate nei progetti , che potrebbero aver disperso fino a mille miliardi di pesos persone nei rivoli della corruzione, in un decennio.
Il forum specifica che non ha mire politiche ma che "promuove la lotta alla corruzione", ha affermato p. Delvo, con l'attenzione rivolta a legislatori, appaltatori, mediatori, coinvolti nella mancata realizzazione dei progetti finanziati. Per questo si chiede al Congresso di dare alla neo-costituita Commissione indipendente per le infrastrutture il potere di citare in giudizio i responsabili, rafforzando le indagini sulla corruzione e di rendere pubblici i redditi di tutti i funzionari governativi.
La data della protesta, il 21 settembre, segna anche il 53° anniversario della dichiarazione della legge marziale nel paese da parte dell'ex presidente Ferdinand Marcos Sr., padre e omonimo dell'attuale presidente. La manifestazione in programma toccherà anche il "People Power Monument" a Quezon City, lungo l'arteria Epifanio De los Santos Avenue (Edsa), teatro della rivoluzione pacifica del 1986. Si prevede la partecipazione di almeno 15.000 persone, che il vescovo Bagaforo ha incoraggiato a indossare il bianco "come simbolo di unità e speranza".
Si legge in un comunicato della rete "Trillion Peso March": "La corruzione, un danno alle casse della nazione, viene perpetrata sfacciatamente, senza alcun tentativo da parte dei presunti autori di nascondere il loro stile di vita osceno. Nel frattempo, la maggior parte dei filippini è abbandonata a se stessa, con le case distrutte dalle inondazioni e i propri cari colpiti da malattie trasmesse dalle inondazioni". I rappresentanti della rete rimarcano di aver constatato "l'indignazione della gente" che, affermano "è al culmine", auspicando che "venga espressa in modo appropriato e costruttivo" e che "sia diretta contro la corruzione".
A generare l'indignazione, la controversia esplosa pubblicamente, sui mass media e nell'agone politico, sui progetti di controllo e prevenzione delle inondazioni, sui quali sono segnalate gravi anomalie, come lavori incompleti, scadenti e "progetti fantasma", finanziati e mai realizzati. Mentre le Filippine sono attraversate da cicloni e alluvioni, il malcontento pubblico è cresciuto: la rabbia si è manifestata in primis sui social media e poi è indirizzata verso la protesta in strada.
La questione è stata sollevata ufficialmente dal presidente Ferdinand Marcos Jr. che, nel suo discorso sullo stato della nazione del 28 luglio, ha evidenziato le gravi irregolarità, provocando una valanga di rivelazioni e dimissioni. Lo scandalo è incentrato sull'uso improprio di circa 118 miliardi di pesos da parte del Dipartimento dei Lavori Pubblici negli ultimi tre anni. Si presume che i fondi stanziati per mitigare l'impatto delle inondazioni siano stati convogliati verso una rete di appaltatori, legislatori e funzionari pubblici che, in molti casi, si sono appropriati dei fondi. Sebbene circa 5.500 progetti siano stati completati dal 2022, ampie indagini hanno trovato prove di opere mal costruite o inesistenti, che hanno lasciato le comunità più vulnerabili duramente esposte nel corso di fenomeni come le forti piogge monsoniche e i tifoni di quest'anno.
(PA) (Agenzia Fides 18/9/2025)


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