VATICANO - Papa Francesco: solo l’incontro con Gesù cambia cuore e ci libera anche dal “cristianesimo senza Cristo”

mercoledì, 29 marzo 2023 papa francesco   missione   evangelizzazione  

Caravaggio, La Cena di Emmaus (Pinacoteca di Brera, Milano)

Roma (Agenzia Fides) – Si può studiare teologia tutta la vita e diventare atei. Si. diventa cristiani e si annuncia con passione il Vangelo solo se si incontra Gesù, che quando entra nella nostra vita “cambia tutto”. Perché “l’unico che può cambiare i cuori è lo Spirito Santo”, che ci libera anche dall'insidia di costruire a propria misura l’astrazione di un “cristianesimo senza Cristo”. Perché a salvare la vita, a cambiare il cuore e renderlo felice non è “l’idea di Cristo”, ma Cristo stesso e l’operare della sua Grazia. Così Papa Francesco è tornato a riproporre i fattori e le dinamiche elementari e imparagonabili che connotano l’esperienza cristiana nella storia del mondo. Lo ha fatto durante l’Udienza generale di oggi, mercoledì 29 marzo, proseguendo il ciclo di catechesi dedicato alla passione per l’annuncio del Vangelo e allo zelo apostolico. Secondo il programma annunciato (vedi Fides 11/1/2023), il cammino delle catechesi papali ha iniziato oggi la parte dedicata a “alcune figure che, in modi e tempi diversi, hanno dato testimonianza esemplare di che cosa vuol dire passione per il Vangelo”. E il primo testimone preso in considerazione nel percorso catechetico sullo zelo missionario è stato Paolo di Tarso, l’Apostolo delle Genti.
Saulo (il primo nome di Paolo) era un ebreo zelante che proprio per il suo zelo voleva distruggere la Chiesa nascente. Dopo la conversione - ha rimarcato Papa Francesco all’inizio del suo intervento – “il suo zelo continua, ma per proclamare, per predicare Gesù Cristo”. Un cambiamento radicale, immotivato e inspiegabile se non ci fosse stato il suo incontro con Cristo sulla via di Damasco. “Quello che cambia” ha rimarcato Papa francesco “è l’incontro con il Signore che ha trasformato tutto il suo essere. L’umanità di Paolo, la sua passione per Dio e la sua gloria non viene annientata, ma trasformata, ‘convertita’ dallo Spirito Santo. L’unico che può cambiare i nostri cuori è lo Spirito Santo”.
Il cambiamento del cuore e della vita è il grande segno dell’opera di Cristo in noi. Non un cambiamento cosmetico, “da maquillage”, ma il cambiamento che fa di noi una “creatura nuova”. Ciò che cambia tutto – ha detto il Papa – “non è un’idea bensì la vita vera e propria, come dice lo stesso Paolo: ‘Se uno è in Cristo, è una nuova creatura’. L’incontro con Gesù Cristo ti cambia da dentro, ti fa un’altra persona”. La passione per il Vangelo - ha proseguito il Successore di Pietro “non è una questione di comprensione o di studi. Tu puoi studiare tutta la teologia che vuoi, studiare la Bibbia, e diventare ateo, o mondano” E infatti “Nella storia ci sono stati tanti teologi atei. Studiare serve, ma non genera la tua vita di grazia”. Invece, "la domanda da porti è “dove è Gesù nella tua vita? Io faccio le cose che comanda la Chiesa, ma dove è Gesù? hai incontrato Gesù? Hai parlato con Gesù? Questa è la cosa che ci manca tante volte”. E così si finisce per arrivare a “un cristianesimo non dico senza Gesù, ma con un Gesù astratto”. Invece, quando Gesù entra nella vita, come è accaduto all’Apostolo Paolo, è Lui che “cambia tutto”. Tante volte – ha proseguito il Papa in uno dei tanti commenti aggiunti “a braccio" al testo scritto – “abbiamo sentito i commenti sulla gente: ma guarda quell’altro, era un disgraziato e adesso è un uomo buono, una donna buona, è cambiato, ha trovato Gesù”. Ma “se non è entrato Gesù nella tua vita, la tua vita non è cambiata”. E si rischia di vivere anche gesti e pratiche ecclesiali come formalismi religiosi. Non si sperimenta il cambiamento vissuto da Paolo e accaduto anche a tutti i santi "quando hanno trovato Gesù”.

Nella parte finale della catechesi, il Papa ha rivolto l’attenzione su un dettaglio eloquente del cambiamento avvenuto in Paolo di Tarso dopo il suo incontro con Cristo, che fa di lui, il persecutore dei cristiani, un Apostolo del Vangelo. In Paolo – ha rimarcato Papa Francesco – “si verifica una specie di paradosso: infatti, finché lui si ritiene giusto davanti a Dio, allora si sente autorizzato a perseguitare, ad arrestare, anche ad uccidere, come nel caso di Stefano”. Solo dopo l’incontro con il Risorto, “scopre di essere stato “un bestemmiatore e un violento”. E solo allora “incomincia a essere davvero capace di amare. E questa” ha proseguito il Vescovo di Roma, concludendo “a braccio” la sua catechesi “è la strada. Se uno di noi dice: ‘Ah grazie Signore, perché io sono una persona buona, io faccio le cose buone, non faccio peccati grossi…’, non è una buona strada questa, questa è una strada di autosufficienza, è una strada che non ti giustifica. Fa di te un cattolico elegante, ma un cattolico elegante non è un cattolico santo, è elegante. Il vero cattolico, il vero cristiano è quello che riceve Gesù dentro, che cambia il cuore. Questa è la domanda che faccio a tutti voi oggi: cosa significa Gesù per me? L’ho lasciato entrare nel cuore o soltanto lo tengo a portata di mano ma che non venga tanto dentro? Mi sono lasciato cambiare da Lui? O soltanto Gesù è un’idea, una teologia che va avanti… E questo è lo zelo, quando uno trova Gesù sente il fuoco e come Paolo deve predicare Gesù, deve parlare di Gesù, deve aiutare la gente, deve fare cose buone. Quando uno trova l’idea di Gesù rimane un ideologo del cristianesimo e questo non salva, soltanto Gesù ci salva, se tu lo hai incontrato e gli hai aperto la porta del tuo cuore. L’idea di Gesù non ti salva! Il Signore ci aiuti a trovare Gesù, a incontrare Gesù, e che questo Gesù da dentro ci cambi la vita e ci aiuti ad aiutare gli altri”. (GV) (Agenzia Fides 29/3/2023)


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