AFRICA/ETIOPIA - In Tigray disarmo pronto ma soggetto al ritiro delle forze eritree e amhara dalla regione

sabato, 3 dicembre 2022

Addis Abeba (Agenzia Fides) – Mentre proseguono gli sforzi in Etiopia per cercare di normalizzare la situazione nel Tigray dopo la firma degli accordi di pace dello scorso 3 novembre, non mancano le difficoltà per un reale disarmo delle parti in conflitto.
Il ‘fattore più problematico nel processo di attuazione dell'accordo di pace’ è costituito dalla presenza delle forze eritree nel Tigray. E’ quanto hanno trasmesso le autorità tigrine alla delegazione dell'Unione Africana.
Malgrado l’impegno umanitario e politico, una probabile minaccia per la pace, secondo testimonianze tigrine, è data dai continui attacchi delle truppe eritree contro la popolazione civile.
Secondo il Centro di coordinamento delle emergenze del governo del Tigray, tra il 17 e il 23 novembre 2022, le forze eritree hanno ucciso 111 persone.
Lo scorso 24 novembre, nel corso di una visita nella città tigrina di Macalle, l’Alto rappresentante dell'Unione Africana nel Corno d'Africa, e capo negoziatore di pace tra il governo etiope e le autorità del Tigray, Olusegun Obasanjo, ha incontrato alti membri dello stato regionale e rappresentanti delle istituzioni religiose per discutere sui progressi dell'attuazione dell'accordo di pace, insieme a Phumuzile Mlalmbo, uno dei tre mediatori africani durante i colloqui di pace in Sudafrica.
“Nessun Paese dovrebbe accettare la presenza di una contea straniera sulla sua terra" ha dichiarato Olusegun Obasanjo in merito alla presenza delle truppe straniere in Etiopia.
Le forze tigrine, secondo il portavoce Tadesse Wereda, hanno dichiarato che i loro combattenti sono stati informati sul protocollo del disarmo ma che la consegna delle armi pesanti è collegata al ritiro delle forze eritree e amhara nella regione del Tigray.
Secondo l’analista William Davison, che ha ripreso fonti interne tigrine, le truppe federali etiopi (ENDF) e la polizia etiope sono state ridistribuite nella città di Adigrat, dopo l’uscita dalla stessa delle forze del Tigray. La zona è una delle più colpite della forze eritree ed è sede dell’eparchia dove vive l’eparca Tesfaselassie Medhin.
Un passaggio importante è avvenuto mercoledì 30 novembre a Shire, nella zona nord-occidentale del Tigray: il Comitato misto di pianificazione tecnica, che dovrebbe delineare il piano dettagliato per il disarmo dei combattenti del Tigray, ha assunto le sue funzioni con un incontro tra i vertici militari dell'esercito federale e delle forze tigrine. Il Comitato, istituito lo scorso 12 novembre a Nairobi, dovrebbe finalizzare i suoi compiti nei prossimi giorni con un piano dettagliato per affrontare le questioni del disarmo e altre correlate. La pianificazione è stata ritardata a causa di fattori tecnici.
Prosegue anche la distribuzione di generi alimentari da parte del World Food Program, oltre a carburante e aiuti sanitari, sia via terra che con voli aerei. Vengono ancora registrate limitazioni di accesso nelle zone centrali e settentrionali del Tigray, dove si stima che 170 mila persone hanno bisogno di aiuti umanitari. Situazione molto critica anche tra gli Amhara e Afar, dove rispettivamente 7 milioni e 1,2 milioni di persone necessitano di aiuti alimentari.
(GF) (Agenzia Fides 03/12/2022)


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