VATICANO - Il Vescovo Arrieta: l’Accordo sulle nomine dei Vescovi cattolici cinesi non è una novità nella storia della Chiesa

mercoledì, 23 novembre 2022 vescovi   chiese locali  



Roma (Agenzia Fides) - La cosiddetta “sinizzazione” della Chiesa cattolica in Cina, ossia l’adattamento delle forme della vita ecclesiale al contesto culturale e sociale cinese, in se stessa «non è un problema». L’importante è che in tale adattamento vengano custodite le «cose essenziali» che connotano la natura propria della Chiesa, e che «sono poche». Lo afferma con determinazione il Vescovo spagnolo Juan Ignacio Arrieta, Segretario del Dicastero per i testi legislativi, nella video-intervista realizzata per l’Agenzia Fides da Teresa Tseng Kuang yi (vedi il video allegato).
La Chiesa cattolica, nello svolgimento della sua missione – soggiunge il Vescovo Arrieta - ha sempre riconosciuto la legittimità e anche la necessità di incorporare elementi presi dal contesto del singolo Paese, e espressioni tradizionali di ogni cultura. L’unica condizione è che tali adattamenti non compromettano e non oscurino le «cose essenziali», i fattori genetici costitutivi che plasmano l’identità della Chiesa cattolica, e l’agire che le conviene.
A tale proposito, il Segretario del Dicastero per i testi legislativi si sofferma anche sull’Accordo provvisorio tra Repubblica Popolare Cinese e Santa Sede sulle nomine dei vescovi cinesi, sottoscritto nel settembre 2018 e rinnovato per la seconda volta lo scorso ottobre.
L’Accordo sui processi per le nomine episcopali in Cina – fa notare il Vescovo Arrieta - punta a far sì che le nomine dei vescovi a capo delle comunità cattoliche siano fatte «di comune accordo tra il governo cinese e il Papa», il quale, secondo quanto è definito anche dal Codice di diritto canonico, ha la prerogativa di nominare liberamente i vescovi o di confermare «quelli che sono stati legittimamente eletti» (Can. 377, §1).
Il Vescovo Arrieta nota anche che nelle relazioni poste in atto per sottoscrivere l’Accordo e verificarne l’applicazione concreta, la Santa Sede e le «legittime autorità del popolo cinese» si riconoscono vicendevolmente come interlocutori.
Nella video-intervista, il Segretario del Dicastero per i testi legislativi rimarca anche che il coinvolgimento diretto delle autorità civili nelle procedure di nomina dei vescovi cattolici non rappresenta certo una prerogativa cinese o una novità nella storia della Chiesa.
Il Vescovo Arrieta, nato a Vitoria, nei Paesi Baschi, richiama a tal proposito quanto accadeva in Spagna ai tempi di Francisco Franco, quando per scegliere i vescovi spagnoli «il governo presentava tre nomi, e il Papa sceglieva».
Nelle prime battute della video-intervista, il Vescovo Arrieta confida di coltivare da vent’anni rapporti e scambi con «amici cinesi» e di aver visitato la Cina, rimanendo impressionato da un popolo «con una cultura millenaria». Arrieta aggiunge di non essere coinvolto ufficialmente e direttamente nei rapporti della Santa Sede con i rappresentanti del governo cinese, e nel contempo ribadisce il suo impegno a operare secondo le proprie competenze per far crescere la fiducia nelle relazioni tra la Santa Sede e Pechino, coltivando rapporti culturali e di amicizia anche con studiosi e accademici cinesi.
Il Vescovo Arrieta fa riferimento all’impegno da lui profuso per diffondere in ambito cinese lo studio del diritto ecclesiastico, per offrire piste di riflessione e approfondimento anche a chi si interessa delle norme della legislazione civile riguardanti le comunità di credenti presenti in Cina.
Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, nato il 10 Aprile 1951, è stato ordinato sacerdote per la Prelatura della Santa Croce (Opus Dei) il 23 agosto 1977. Ha conseguito il dottorato in Diritto Canonico e in giurisprudenza presso l’Università di Navarra e ha lavorato come professore di diritto canonico, prima presso l’Università di Navarra (Spagna) e poi a Roma e Venezia. È stato Decano della Facoltà di Diritto Canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce, dalla sua creazione nel 1984 fino al 1993, e di nuovo dal 1995 fino al 1999. Dal 2003 è stato Preside dell’Istituto di Diritto Canonico San Pio X, in Venezia. Nel febbraio 2007 è stato nominato Segretario del Pontificio Consiglio (oggi Dicastero) per i Testi Legislativi. Nominato Vescovo titolare di Civitate il 12 aprile 2008. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 1° maggio 2008.
Nel suo saggio dedicato a aspetti organizzativi dei rapporti tra Chiesa e Stato in Cina, contenuto nel volume intitolato “L’Accordo tra Santa Sede e Cina” (pubblicato nel 2019 da Urbaniana University Press e curato dai professori Agostino Giovagnoli e Elisa Giunipero), il Vescovo Arrieta, riferendosi alle vicende del cattolicesimo cinese, ha attestato come «Il diritto canonico, in ragione della sua elasticità, continua a essere in grado di risolvere adesso, come ha fatto lungo i secoli nelle diverse culture e situzioni storiche, problemi che possano emergere, nel rispetto solo degli elementi essenziali della teologia della Chiesa».
(GV) Agenzia Fides 23/11/2022)


Condividi: