AMERICA/BOLIVIA - I Vescovi chiedono “la fine delle ostilità tra fratelli, rispetto e garanzie per chi non è d'accordo con i governanti”

venerdì, 18 novembre 2022 situazione sociale   politica   conferenze episcopali  

Cochabamba (Agenzia Fides) – “Chiediamo, in nome di Dio, la fine delle ostilità tra fratelli boliviani, ed esortiamo quanti sono chiamati a farlo, ad aprire autentici spazi di dialogo, tolleranza e riconciliazione, che ravvivino la fraternità tra tutti. Chiediamo anche rispetto e garanzie per coloro che, nella giustizia e nel diritto, non sono d'accordo con la visione di coloro che ci governano, affinché non siano vittime di persecuzioni e di un uso improprio della giustizia. Esortiamo le Forze dell'ordine a non essere fattori di scontro e di violenza, ma ad agire secondo la loro missione, proteggendo la popolazione nel suo insieme”. E’ l’appello che i Vescovi della Bolivia lanciano nel messaggio pubblicato al termine della 60° Assemblea della Conferenza Episcopale (vedi Fides 14/11/2022), rivolgendosi al popolo boliviano, “specialmente a coloro che soffrono, sono afflitti e hanno il desiderio di una vita dignitosa, giusta, pacifica, solidale e di opportunità per tutti”.
Nel messaggio, intitolato significativamente “Sì alla cultura dell’Incontro!”, i Vescovi ricordano che il Vangelo ci offre “il cammino della fraternità, che si realizza nella ricerca del bene di tutti e nel contributo alla costruzione della nostra casa comune”, e richiamano le preoccupazioni e le sofferenze del popolo con cui camminano. “Il popolo soffre quando le sue autorità ritardano, rinviano e causano incertezza su questioni decisive” affermano, sottolineando che “chi ci governa è chiamato a garantire i diritti di ogni cittadino con un atteggiamento di ascolto autentico per una convivenza pacifica, di dialogo, di responsabilità e di ricerca del bene comune”.
Citando l’invito di Papa Francesco, nell’enciclica “Fratelli Tutti”, alla “cultura dell’incontro” e non all’isolamento, alla chiusura in se stessi, i Vescovi si dicono preoccupati per la situazione che vive il paese, “per il disaccordo e lo scontro, esacerbati dall'eccessiva violenza motivata da fini politici di opposizione”, che come risposta provoca un aumento della violenza stessa e la disgregazione sociale. Come Pastori, chiamano quindi a promuovere la "cultura dell'incontro" che porti a realizzare le legittime aspettative del Paese in un clima di pacifica e serena convivenza, e lanciano un appello al disarmo delle posizioni violente. “Il bene di tutti deve prevalere e solo lavorando insieme, superando difficoltà e posizioni contrapposte, potremo intravedere un futuro per il Paese”.
Nella parte conclusiva del messaggio, i Vescovi esortano alla speranza, “che ci mette in cammino e ci dà la forza di andare avanti, anche quando gli ostacoli sembrano insormontabili” e chiedono alle comunità cristiane di “intensificare la preghiera e l'impegno per la promozione della cultura della fraternità e del rispetto dei diritti umani”. “Possa il già vicino Natale del nostro Salvatore trovarci a costruire e lavorare per nuovi e rinnovati cammini di ascolto, rispetto e tolleranza; Così possiamo imparare a vivere nel perdono e nell'amore, affinché cresca la nostra capacità di diventare persone di pace”.
Dal 22 ottobre la Bolivia sta vivendo uno sciopero a tempo indeterminato per chiedere che il governo effettui il Censimento della popolazione nel 2023 anziché nel 2024. Partito dalla regione di Santa Cruz, motore economico del paese, lo sciopero si è esteso ad altre regioni, causando scontri anche violenti, tra favorevoli e contrari, che hanno assunto una connotazione politica, tra sostenitori e oppositori del Governo di Luis Arce (vedi Fides 28/10/2022; 4/11/2022; 14/11/2022).
L'Ufficio del difensore civico (Defensoria del pueblo) ha comunicato di "riconoscere che tutte le manifestazioni sociali sono legittime", ma ha respinto "l'intransigenza dei protagonisti del conflitto" che mantengono i posti di blocco delle strade, invitando a “non commettere atti di violenza nell'esercizio del loro diritto di protestare”. Inoltre ha esortato la polizia boliviana a svolgere il proprio lavoro "nel quadro della legalità”, in proporzione alle necessità, e a "tutelare l'integrità" degli uomini in divisa ma soprattutto dei cittadini.
(SL) (Agenzia Fides 18/11/2022)


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