AMERICA/BOLIVIA - “Il governo si assuma le sue responsabilità, risponda con urgenza alle richieste della popolazione” chiedono vescovi e laici

venerdì, 4 novembre 2022 politica   situazione sociale   chiesa cattolica  

La Paz (Agenzia Fides) - Un appello urgente al Governo perché “si assuma le sue responsabilità e cerchi soluzioni ai conflitti che affliggono il popolo boliviano ripristinando la pace, la convivenza democratica e dando una risposta urgente alle domande del popolo” è stato lanciato ieri dal Segretario generale della Conferenza episcopale boliviana, monsignor Giovani Arana, a nome del Consiglio episcopale permanente.
Nel comunicato, intitolato “Siamo boliviani” “pertanto cerchiamo di darci da fare per ciò che contribuisce alla pace e ci fortifica nella fede” (Rm 14,19), i Vescovi richiamano “l'allarmante escalation di violenza che si sta verificando nel paese, dove la vita umana viene messa a rischio con scontri tra fratelli boliviani che creano risentimento e odio”. Ricordano quindi le parole di Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”, “l’amore costruisce ponti”, e ribadiscono che la violenza attuale che sta vivendo il paese può portare a risultati fatali e irreversibili.
Dal momento che la Bolivia è uno stato di diritto – ricorda ancora il comunicato -, “è dovere del Governo proteggere i diritti umani di tutti i cittadini boliviani e dare soluzione ai problemi sociali rispettando la dignità di ogni boliviano”, inoltre è dovere delle autorità cercare sempre il bene comune. "Il modo giusto per risolvere i conflitti che affliggono tutti è il dialogo, senza doppie intenzioni, spogliandosi di interessi particolari” ribadiscono i Vescovi, e nel caso del Censimento, “ricorrendo a criteri oggettivi di tecnici imparziali”. Alle parti in conflitto ripetono: “è necessario un dialogo urgente e senza condizionamenti affinché siano risolte in modo efficace, tempestivo e con rispetto fraterno, le istanze che generano questi conflitti, che purtroppo vediamo diffondersi pericolosamente in tutto il paese".
La regione di Santa Cruz, considerata il motore economico dell’intero paese, ha indetto ormai da 13 giorni uno sciopero a tempo indeterminato per chiedere che il governo effettui il Censimento della popolazione nel 2023 anziché nel 2024. Il Censimento avrebbe dovuto essere quest'anno, ma il governo ha annunciato il suo rinvio al 2024 in seguito ai problemi causati dalla pandemia. Secondo il Comitato civico di Santa Cruz, il rinvio causa alla regione danni economici e di rappresentanza politica alle prossime elezioni (vedi Fides 28/10/2022). Lo sciopero ha innescato una serie di scontri, anche violenti, tra favorevoli e contrari, che si sono estesi ad altre città della Bolivia. I Comitati civici di tutta la Bolivia hanno avvertito ieri che metteranno in atto uno sciopero nazionale a partire da lunedì prossimo, 7 novembre, qualora il Governo di Luis Arce non anticipi il Censimento della popolazione al 2023.
Gli effetti dello sciopero e dei posti di blocco dei manifestanti si stanno ormai facendo sentire soprattutto con la scarsità di carburante e di generi alimentari. Il governo boliviano ha temporaneamente vietato l'esportazione di sei prodotti alimentari di base per "un rischio di carenza". L'Ing. Víctor Hugo Valda Antelo, Delegato Episcopale della Salute dell'Arcidiocesi di Santa Cruz e Direttore generale dell'Ospedale cattolico, ha informato che la continuità delle cure negli ospedali cattolici è ad alto rischio a causa della mancanza di carburante, che impedisce il trasporto dei pazienti e ostacola il personale medico e infermieristico, che sta facendo il massimo sforzo per assicurare regolarmente l’assistenza ai malati. Ha anche rivolto un appello alle autorità e in particolare alle persone che impediscono al carburante di raggiungere le pompe: “In nome del Dio della vita, consentite l'approvvigionamento di carburante e il passaggio ai posti di blocco in modo prioritario e immediato alle ambulanze e ai mezzi di trasporto degli ospedali, poiché sono essenziali per continuare a salvare vite umane”.
Il Consiglio boliviano dei laici ha pubblicato un manifesto che denuncia e protesta contro gli abusi che vengono commessi nel territorio nazionale, principalmente nella città di Santa Cruz de la Sierra. Esorta quindi i governanti “a cambiare atteggiamento, ricordando che sono stati eletti per servire tutto il popolo boliviano, per assicurare a tutti gli abitanti la prosperità, nella pace e nell’armonia”.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, il Presidente della Bolivia, Luis Arce, ha diffuso ieri nelle reti social un suo messaggio in cui dichiara che il dialogo per risolvere il conflitto sul censimento è sempre aperto, e ha annunciato l’insediamento di una commissione tecnica per stabilire la data definitiva. Il governo ha anche dichiarato di condividere le raccomandazioni della Comisión Interamericana de Derechos Humanos (CIDH) volte ad evitare ulteriori violenze e ad avviare al più presto il dialogo per arrivare ad una data concordata del censimento.
(SL) (Agenzia Fides 4/11/2022)


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