AMERICA/BOLIVIA - La democrazia è debole, c’è bisogno di un Difensore civico che abbia il sostegno di tutte le forze politiche e sociali

mercoledì, 28 settembre 2022 diritti umani   politica   situazione sociale   conferenze episcopali  

Cochabamba (Agenzia Fides) – “È un sentimento generale della popolazione che l'Ufficio del Difensore civico (“Defensoría del Pueblo”), che è un'istituzione che deve garantire il rispetto dei diritti umani, individuali e collettivi di tutti i boliviani, stia perdendo legittimità e credibilità negli ultimi anni per la sua discutibile imparzialità, per il suo silenzio di fronte ai grandi conflitti sociali in cui la sua azione non è stata visibile, e per la violazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti e la violazione della vita umana”. Lo afferma il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Boliviana, attraverso una dichiarazione dal titolo “La Bolivia ha bisogno di un Difensore” che cita l’esortazione dell’Apostolo Paolo: "Rivestitevi dell'Uomo Nuovo, creato secondo Dio, nella giustizia e nella santità della verità" (Ef 4,24).
L'Ufficio del Difensore civico è un'istituzione creata per mandato costituzionale il 30 dicembre 1997, con la legge n. 1818. La sua funzione è garantire il rispetto, la promozione e l'adempimento dei diritti umani, individuali e collettivi, soprattutto dei settori più vulnerabili e svantaggiati della società, secondo quanto stabilito nella Costituzione politica dello Stato, nelle leggi e negli strumenti internazionali. Attualmente l’Ufficio è disciplinato dalla legge n. 870, promulgata il 13 dicembre 2016.
Secondo le notizie raccolte dall’Agenzia Fides, il nuovo Difensore civico del popolo boliviano, Pedro Callisaya, ha assunto ieri, 27 settembre, il suo incarico, dichiarando nel discorso di insediamento di voler recuperare l’indipendenza e la credibilità di questa istituzione. La sua elezione è avvenuta in una controversa sessione del Parlamento, con un cambiamento nell’ordine del giorno e con l’assenza di diversi parlamentari dell’opposizione. Il partito di opposizione Creemos ha presentato istanza al Presidente del Parlamento chiedendo la riconsiderazione della designazione di Callisaya.
Nella loro dichiarazione resa pubblica ieri, i Vescovi boliviani ricordano che “l'elezione alla carica di Difensore civico deve essere effettuata in modo consensuale e democratico, con il sostegno di tutte le forze politiche e sociali del paese, in modo che senta l’appoggio e il sostegno di tutti i cittadini”. Inoltre evidenziano che “la nostra democrazia è fragile e dobbiamo cercare di rafforzarla, perché siamo lontani dal consolidare una democrazia ponendo fondamenta forti e profonde. Non possiamo continuare a incoraggiare una democrazia debole”.
Nel testo si ribadisce che il ruolo del Difensore civico comporta “la difesa imparziale dei diritti umani di tutti i boliviani”, quindi la persona designata a ricoprirlo deve avere una chiara vocazione “al servizio della comunità, senza preferenze politiche”, “se il nuovo Difensore civico non affronta le questioni centrali che affliggono la Bolivia, i dubbi sulla sua identità di Difensore civico aumenteranno”.
Il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale chiude la dichiarazione con l’augurio che il Difensore civico possa veramente essere "la voce del popolo" e si occupi delle necessità urgenti del popolo della Bolivia nel quadro del rispetto e del bene comune. “Seminiamo solidarietà e dialogo, seminiamo rispettosa vicinanza tra tutti i boliviani, che Dio ci benedica e ci permetta di continuare a progredire come Chiesa e come società”.
La Chiesa vede con preoccupazione, il dolore e la sofferenza che da tempo affliggono tanti boliviani, a causa dell'incertezza del lavoro, della mancanza di giustizia, della violenza, del traffico di droga, della tratta di esseri umani e della mancanza di rispetto per la vita, che hanno per conseguenza l’aumento dei bambini orfani e delle famiglie alla disperata ricerca della giustizia, che non arriva,
(SL) (Agenzia Fides 28/09/2022)


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