AFRICA/EGITTO - Il caso del piccolo Shenuda riapre il confronto sulla legge riguardante lo statuto personale dei cristiani

sabato, 17 settembre 2022 chiese orientali   famiglia   leggi   sharia  

wataninet.com

Il Cairo (Agenzia Fides) – Il caso controverso di un bambino abbandonato e affidato a una famiglia cristiana copta riapre il Egitto il confronto sul progetto di legge relativo allo statuto personale dei cristiani e al diritto di famiglia, progetto da tempo presentato al Parlamento, dove giace in attesa di approvazione.
Il caso, ricostruito nei dettagli anche da watani.net, è iniziato di fatto quattro anni fa, quando un neonato fu abbandonato sulla soglia di una chiesa in una città non identificata dell’Egitto. Il sacerdote della chiesa decise di affidare il neonato a una coppia cristiana copta senza figli, che diede al piccolo il nome di Shenuda e ottenne per lui il certificato di nascita. Il piccolo fu battezzato e crebbe serenamente per quattro anni circondato dall’affetto dei suoi genitori adottivi, fino a quando una parente del marito, vedendo messi in pericolo i propri diritti ereditari sui beni della coppia, decise di denunciarla per adozione illegale.
La legge egiziana, richiamandosi ai principi della Legge islamica, al momento non consente l’adozione da parte di coppie cristiane. E’ considerata legale solo una forma di affido che non consente ai bambini affidati alla cura dei genitori adotti di assumerne il cognome e diventare eredi dei loro beni.
Dopo la denuncia, le autorità giudiziarie egiziane hanno rilevato che il piccolo Shenuda non era figlio biologico della coppia lo stava facendo crescere con amore. Nonostante l’iniziale ritrosia degli organi giudiziari a porre in atto misure drastiche, per le insistenze di chi aveva intentato la causa e anche per alcuni errori commessi anche dai genitori adottivi (il marito aveva dichiarato di essere stato lui a trovare il neonato abbandonato, senza far riferimento alla chiesa in cui il piccolo era stato portato), nel febbraio scorso il bambino è stato tolto alla coppia e portato in un orfanotrofio. La triste vicenda a quel punto è finita in pasto anche ai social media, dove è andata crescendo un’ondata di simpatia nei confronti dei due genitori separati dal loro figlio adottivo. Molti avvocati hanno offerto ai due assistenza gratuita davanti alle autorità giudiziarie. In molti, sia cristiani che musulmani, hanno iniziato a chiedere la modifica delle norme che di fatto in Egitto rendono impraticabile l’adozione di minori da parte di coppie cristiane.
La vicenda del piccolo Shenuda, a quel punto, ha intrecciato il complesso iter legale avviato da tempo in Egitto per l’approvazione di un nuova legge riguardante lo status giuridico dei cristiani, con particolare riferimento a questioni relative al diritto di famiglia (vedi Fides 11/5/2022).
La revisione del testo legislativo sullo statuto personale, prolungatasi per lungo tempo presso il Ministero egiziano della giustizia, si era conclusa nella prima metà del 2021 (vedi Fides 6/7/2021). Per quanto riguarda la parte riguardante i cristiani, il processo di revisione aveva richiesto ben 16 sessioni di lavoro, ospitate presso il Ministero, che avevano visto riunirsi esperti, funzionari del Dicastero governativo e rappresentanti delle diverse confessioni cristiane, convocati dalle autorità civili al fine di limare il testo e ottenere il consenso di tutte le Chiese e comunità ecclesiali in merito alla formulazione di tutti gli articoli del disegno di legge. In quella fase istruttoria, si era deciso di lasciar fuori dal progetto di legge la questione potenzialmente divisiva delle adozioni. Adesso – ed è la novità degli ultimi giorni, riferita da testate egiziane come coptstoday – alcuni parlamentari hanno criesto di riaprire il dossier della legge in via d’approvazione, inserendo in essa anche il diritto all’adozione per coppie cristiane. L’iniziativa è stata annunciata in particolare da Najib Suleiman, membro della commissione parlamentare per gli affari religiosi, che in alcune dichiarazioni rilasciate al giornale al Shorouk ha definito l’adozione di minori come pienamente compatibile con le norme sul diritto di famiglia da riservare ai cristiani, norme che devono essere definite in piena coerenza con gli insegnamenti morali seguiti da chi si professa cristiano. (GV) (Agenzia Fides 17/9/2022)


Condividi: