EUROPA/ITALIA - Comboniane, 150 anni di missione: una mostra che guarda al Capitolo generale

lunedì, 12 settembre 2022 istituti missionari  

Verona (Agenzia Fides) - Il 150esimo di fondazione delle Missionarie Comboniane sarà ricordato il 14 settembre nella Casa madre, a Verona, con l’inaugurazione della mostra “Una promessa che continua”, in vista di un progetto più vasto di valorizzazione del patrimonio culturale della congregazione. A breve infatti sarà realizzato lo spostamento (da Roma a Verona) dell’Archivio Storico della Congregazione e la riorganizzazione dell’esposizione permanente degli oggetti del Museo delle Suore Missionarie Comboniane che, grazie ad un nuovo allestimento, sarà collocata in alcuni degli spazi più significativi della Casa madre e attraverso l’utilizzo delle tecnologie multimediali consentirà di poter raccontare il vissuto delle esperienze missionarie e di mostrarne la continua evoluzione.
“Una scelta che risponde anche al cambiamento dei tempi – spiega suor Luigina Coccia, superiora generale -. Il nostro Istituto subì un duro colpo quando, poco dopo la fondazione, Daniele Comboni morì. Ma la lungimiranza delle sorelle che con lui avevano condiviso la missione fece sì che questo tesoro prezioso non andasse perduto. Così, nonostante le difficoltà, e sapendo di volta in volta rispondere ai nuovi bisogni, l’Istituto è arrivato a compiere un secolo e mezzo”.
Oggi le Missionarie Comboniane nel mondo sono 1.017 appartenenti a 34 nazioni (608 europee, 248 africane, 157 americane, 4 asiatiche), l’età media è 70 anni, e questo richiede una riflessione che sarà all’ordine del giorno del XXI Capitolo Generale che si terrà in Casa madre dal 1 al 26 ottobre. “Essendo noi consorelle in un processo di diminuzione, potrebbe esserci la tentazione di ritirarci sui Paesi dove già operiamo – commenta suor Luigina Coccia -. Secondo me, invece, dovremmo riorganizzarci affinché l’Istituto continui ad espandersi in più Paesi possibile, magari con meno presenze e ampliando la collaborazione con altre congregazioni, perché riteniamo che ogni realtà umana, ogni cultura, ogni chiesa abbia molto da donarci. Ci arricchisce, non solo di nuovi membri, quindi coltivando l’interculturalità al suo interno, ma anche di nuove modalità di comprensione di chi siamo noi come missionarie comboniane oggi. Quindi, la sfida e, nello stesso tempo, il sogno, è che come comboniane possiamo continuare ad essere presenti sui quattro continenti e, perché no, anche sui cinque”.
(SL) (Agenzia Fides 12/9/2022)


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