AFRICA/RD CONGO - “Un vento di guerra e di insicurezza torna a soffiare nell’est della RDC” denuncia l’Arcivescovo di Bukavu

martedì, 28 giugno 2022 violenza   gruppi armati   vescovi   onu  

Kinshasa (Agenzia Fides) – “La situazione è grave. Un vento di guerra e di insicurezza torna a soffiare su questa parte orientale del nostro Paese” scrive Sua Ecc. Mons. François-Xavier Maroy Rusengo, Arcivescovo di Bukavu, capoluogo del Sud Kivu, una delle provincie dell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) dove da decenni agiscono impunemente milizie e bande armate che vessano la popolazione.
“Il nostro sguardo si ferma particolarmente sulla situazione molto critica a seguito della recente occupazione della città di Bunagana nel territorio di Rutshuru da parte del gruppo armato M23 che ha ripreso a combattere in un ciclo infernale di violenza, perdita di vite umane, sfollamento spostamento di popolazioni e distruzione del nostro tessuto economico e sociale. È la storia che si ripete” denuncia Mons. Rusengo, nella sua dichiarazione inviata all’Agenzia Fides.
L’M23 è un movimento di guerriglia che nel 2013 aveva firmato un accordo di pace con il governo di Kinshasa (vedi Fides 13/12/2013) ma che di recente ha ripreso le armi. Le autorità congolesi accusano il vicino Ruanda di appoggiare l’M23; accuse ritorte da Kigali contro Kinshasa incolpata a sua volta di favori nei confronti dell’opposizione armata ruandese che ha base nella RDC.
“Curiosamente, il supporto esterno è sempre lo stesso, con lo stesso schema e con gli stessi obiettivi: l'allontanamento di questa parte del Paese dal controllo del nostro governo centrale e forse la sua annessione ai Paesi vicini” afferma Mons. Rusengo.
L’Arcivescovo di Bukavu incoraggia i fedeli a non abbandonarsi alla mentalità fatalista: “Una visione fatalistica e parziale del Vangelo porta alcuni a vedere in tutto ciò che accade una volontà di Dio, o anche una punizione; altri a pensare che Dio farà tutto per noi. Non è così”. Mons. Rusengo sottolinea che “la Chiesa cattolica sente dentro di sé e condivide il grido del popolo congolese, e vuole con tutte le sue forze fermare lo spargimento di sangue di tante persone innocenti”.
“Il popolo congolese è esasperato dall'ambiguità della comunità internazionale nei suoi confronti: sono state commesse gravi violazioni contro i congolesi, documentate dal Rapporto Mapping (che risale al 2011 vedi Fides Fides 7/5/2011) ma non si fa quasi nulla per sanzionarle e per risarcire le vittime” afferma Mons. Rusengo nel denunciare l’inerzia della comunità internazionale che da più di 25 anni, ha istituito la missione di mantenimento della pace (MONUSCO) “la più costosa del nostro tempo, in media un miliardo di dollari all'anno”, ma i cui risultati sono scarsi.
Mons. Rusengo chiede allo Stato congolese “di rivedere i suoi rapporti con la comunità internazionale che tratta il nostro Paese come uno Stato di seconda classe la cui sicurezza e sviluppo contano poco”, e di creare un vero esercito e non un amalgama di ex ribelli scarsamente integrati. (L.M.) (Agenzia Fides 28/6/2022)


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