VATICANO - "Guardare dall'alto": la vita di una beata in un cortometraggio

sabato, 14 maggio 2022 pontificie opere missionarie  

Città del Vaticano (Agenzia Fides ) - Comunicare la bellezza, la grazia, la forza dell’amore di Dio in modo leggiadro, toccando il cuore degli spettatori, e rivolgendosi specialmente ai giovani. E’ l’obiettivo dello short film promosso dalle Pontificie Opere Missionarie (POM) e dedicato alla prossima beata Pauline Jaricot (1799-1862), donna francese vissuta a Lione alla metà dell’800, iniziatrice di un vasto movimento spirituale missionario che giunge fino ai nostri giorni. “Guardare dall'alto”, così si intitola il film curato e realizzato dall’Agenzia Fides, è stato proiettato in anteprima il 13 maggio, alla Pontificia Università Urbaniana, alla presenza dell’arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie e di Nataša Govekar, direttore della Direzione Teologico-Pastorale del Dicastero vaticano per la Comunicazione. “L’uomo diventa ciò che contempla, alimentando la sua immaginazione spirituale che ha un potere trasformante”, ha rimarcato Govekar nella presentazione. “E mentre contempliamo la vita santa di Pauline Jaricot, la grazia divina dipinge in noi qualche tratto della vita di Cristo”, ha aggiunto, sottolineando il perenne valore di esemplarità della vita dei santi nella storia della Chiesa.
La sfida del riuscire a dire la santità oggi, percorrendo strade non stantie o agiografiche e utilizzando un canale capace di suscitare emozione come il cinema, la pellicola diretta da Massimo Ilardo la affronta e risolve affidandosi allo sguardo, tenero e profondo, della protagonista Claire, una giovane francese di oggi. Nel corso dei suoi studi e grazie a un viaggio turistico, la ragazza si imbatte nella figura della ricca imprenditrice di Lione: Jaricot desta la sua curiosità e la coinvolge in un viaggio nelle sue vicende storiche che segna, contestualmente, un pellegrinaggio interiore della protagonista.
“Nel cortometraggio – spiega Massimo Ilardo – lo spettatore è chiamato ad addentrarsi in un dedalo di silenzi interiori, giochi di sguardi e inquadrature con carattere poetico ed evocativo”. “Si può avere l’impressione di smarrirsi, ma improvvisamente si afferra tutto il senso”, osserva, perché “si percepisce quello che non è detto e che non si è visto”. Raccontare “quell’essenziale che è invisibile agli occhi”, come lo definisce il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, personaggio nativo di Lione e molto apprezzato dai lionesi, è il percorso che propone il cortometraggio. (...) (-Continua)
(PA) (Agenzia Fides 14/5/2022)


Condividi: