AMERICA/ARGENTINA - La tragedia educativa è ancora evitabile nel Chubut se ognuno si assume le proprie responsabilità

martedì, 15 marzo 2022 istruzione   pandemia   vescovi  

Comodoro Rivadavia (Agenzia Fides) – “La tragedia educativa richiede azioni senza precedent. Se una delle conseguenze invisibili della pandemia in tutto il Paese è stata il deterioramento dell'istruzione dei nostri bambini, adolescenti e giovani, nella nostra provincia di Chubut questa è una vera tragedia.” L’allarme viene lanciato dai Vescovi della diocesi di Comodoro Rivadavia e della Prelatura di Esquel sulla situazione educativa nella Provincia argentina di Chubut.
Nel loro comunicato, pervenuto a Fides, sottolineano che da quattro anni o forse più, gli studenti non hanno avuto un intero anno scolastico con lezioni in presenza, così in tutta la provincia ci sono ragazzi che, agli ultimi anni del livello primario, non sanno tenere una matita in mano, hanno serie difficoltà a leggere e scrivere; non capiscono come fare le operazioni di base della matematica, ecc. A ciò si aggiunge l'abbandono scolastico a tutti i livelli e la scarsa valorizzazione dei processi educativi da parte degli adulti responsabili.
“Se a questo si aggiungono i problemi nutrizionali nei bambini e l'aumento delle situazioni di abuso che non si notano per mancanza di scolarizzazione, il dramma è enorme. Siamo di fronte a una vera tragedia educativa” denunciano i Vescovi, che tuttavia esortano a evitare lo scoraggiamento e a non considerarla ineluttabile. “Lo Stato può uscire da questo cerchio con stabilità nel pagamento tempestivo degli stipendi degli insegnanti, con il riconoscimento delle parità, e garantendo la parità salariale con gli altri lavoratori statali”.
Alcune scuole non hanno pronti i loro edifici dopo due anni di pandemia, e ciò significa che molti giovani dei piccoli centri vedono compromessa la loro continuità educativa, sottolineano nel loro documento. Invitano quindi il sindacato a non usare come metodo di protesta la sospensione delle lezioni, e i genitori a diventare responsabili nella lotta per l'educazione dei loro figli. “La famiglia è chiamata a stringere una vera alleanza formativa con la scuola: mettetevi in gioco in quella che dovrebbe essere la vera lotta!” esortano i Vescovi, chiamando tutta la società – anche chi non ha familiari in età scolare – ad approfondire questo problema, formarsi un giudizio e intervenire. “Se ognuno di noi fa sapere che vogliamo che lo stato utilizzi le nostre tasse e introiti per favorure le spese per l'istruzione rispetto alle altre, è inevitabile che si genererà un cambiamento”.
I Vescovi concludono con questa esortazione: “È tempo che gli insegnanti recuperino la loro identità fondamentale, che è quella di insegnare, e che lo Stato indirizzi le sue risorse all'istruzione. Questa tragedia è evitabile, se ci assumiamo ciascuno le proprie responsabilità - tutti noi -, Dio e il Paese lo esigono da noi”.
(SL) (Agenzia Fides 15/3/2022)


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