AFRICA - La resistenza agli antibiotici, un flagello nascosto a livello mondiale, colpisce particolarmente l’Africa sub-sahariana

sabato, 22 gennaio 2022 sanità  

Roma (Agenzia Fides) – Sempre più di infezioni, come polmonite, tubercolosi, infezioni del flusso sanguigno e gonorrea, sono diventate più difficili, e talvolta impossibili, da curare a causa della resistenza antimicrobica (AMR). Negli ultimi anni quindi un’ampia fascia di antibiotici si sono dimostrati inefficaci per curare i pazienti.
Secondo i dati di un recente studio pubblicato dalla rivista Lancet, un milione e mezzo di decessi all'anno sono direttamente attribuibili all'AMR, che è quindi una delle principali cause di morte a livello globale, superiore ad alcune malattie come l'HIV/Aids o la malaria.
L’Africa subsahariana – secondo lo studio - è la regione più colpita dalla resistenza antimicrobica, con 255.000 decessi attribuibili alla resistenza ai farmaci nel 2019. Circa la metà dei decessi totali riguardava bambini di età inferiore ai cinque anni.
In tutta la regione, ci sono diversi fattori trainanti della resistenza antimicrobica, con l'uso improprio e/o eccessivo di antibiotici sia per i pazienti, sia per gli animali e la produzione alimentare che giocano un ruolo centrale. In molte regioni l'Africa, gli antibiotici di prima linea possono essere facilmente acquistati senza prescrizione medica in punti vendita sia legali che illegali. Inoltre, i sistemi sanitari non hanno strumenti adeguati di diagnostica e antibiotici di seconda linea efficaci e di qualità garantita, il che significa che medici e infermieri non possono curare infezioni comuni.
Per affrontare la questione occorre una migliore gestione dei trattamenti antimicrobici, ampliando l'accesso agli antibiotici salvavita dove necessario e riducendo al minimo l'uso dove non sono necessari. Occorre inoltre controllare le infezioni a livello nazionale e all'interno dei singoli ospedali, e investire nel rafforzamento delle infrastrutture sanitarie del continente in modo da poter fermare e curare le infezioni prima che minaccino la vita dei pazienti.
(L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2022)


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