AMERICA/COLOMBIA - Il Vescovo di Arauca: “fermate il crescente turbinio di omicidi, atti violenti e minacce”

martedì, 18 gennaio 2022 diritti umani   violenza   narcotraffico   chiese locali  

Arauca (Agenzia Fides) – “Desideriamo ribadire di nuovo la nostra vicinanza e la nostra solidarietà a tutta la popolazione così colpita, e la invitiamo a non perdere la fiducia, ma al contrario a crescere nella speranza che tutto possa andare meglio con il Signore”: è l’esortazione di Monsignor Jaime Cristóbal Abril González, Vescovo di Arauca, nel suo messaggio di fronte alla complessa situazione del Dipartimento colombiano, che si trova nella parte nord-orientale del paese, al confine con il Venezuela.
Nel suo comunicato, pervenuto a Fides, il Vescovo rileva la ripresa dello scontro armato tra gruppi di ribelli, che ha causato vittime e sofferenze soprattutto nella popolazione civile, portando all'aggravarsi della crisi umanitaria e sociale, con omicidi selettivi soprattutto di giovani, sfollamenti forzati di famiglie intere specie nelle zone rurali, minacce a leader, attacchi con esplosivi, incendi di veicoli, tra gli altri.
Ricordando le parole di Papa Francesco nell’incontro di preghiera per la riconciliazione nazionale, a Villavicencio, nel 2017, il Vescovo sottolinea che "in situazioni come quella che stiamo vivendo la prima ad essere sacrificata è la verità”. Comunicati, video, dichiarazioni di cui non è accertata l’autenticità, diffusi dai social media, seminano incertezza, confusione e paura.
“Riteniamo fondamentale ribadire che la vita è sacra, è un dono prezioso ricevuto da Dio e a nessuno è permesso di strapparla ad un altro" sottolinea Monsignor Abril González, che prosegue: “si deve rispettare la dignità di ogni persona, si deve lasciare la popolazione civile fuori da scontri e ostilità, si esige l’applicazione del Diritto Umanitario internazionale”.
Quindi il Vescovo di Arauca si rivolge ai protagonisti diretti del conflitto, invitandoli a "passare dalla recriminazione reciproca… ad una adeguata riflessione, all'analisi serena degli eventi, per confrontarsi con la verità e chiarire i fatti, per fermare il crescente turbinio di omicidi, atti violenti e minacce, per mettere al primo posto il bene di quella popolazione civile che dicono di rappresentare e difendere".
Alle autorità civili chiede di “proteggere la vita e l'integrità della popolazione più colpita”, nonché ad attuare i piani di emergenza e di aiuti umanitari. La Comunità Internazionale è invitata a continuare ad offrire il suo accompagnamento e sostegno alla popolazione civile e alle strutture organizzative. I membri delle strutture, i leader sociali e tutte le persone in generale, sono pregate di essere prudenti, evitando commenti temerari, accuse o segnalazioni che possano mettere a rischio la vita di qualsiasi persona.
Il Vescovo conclude: “Come Chiesa cattolica di Arauca, fedeli alla nostra missione, rinnoviamo il nostro impegno per la pace, la giustizia e il bene di tutti; esprimiamo la nostra disponibilità a contribuire, per ciò che ci corrisponde, al superamento della situazione che stiamo vivendo. Continuiamo ad esortare tutti a non venire meno nella preghiera, invocando soprattutto il dono della pace”.
Secondo l'ufficio della Defensoria del Pueblo, sono almeno 145 i leaser sociali e i difensori dei diritti umani assassinati in Colombia nel 2021. Tra questi 32 sono rappresentanti indigeni, 16 leader contadini e 7 sindacalisti. Dalla firma dell'Accordo di pace con i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) nel 2016, gli omicidi contro i leader sociali non si sono mai fermati. Delle violenze che proseguono nel paese, vengono accusati i dissidenti delle Farc, i combattenti dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln), trafficanti di droga e gruppi paramilitari che si disputano il territorio. La Colombia è il primo produttore mondiale di cocaina.
(SL) (Agenzia Fides 18/01/2022)


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