AMERICA/HONDURAS - La Caritas: “È tempo di aprire un nuovo capitolo nella storia democratica dell'Honduras iniziando alle urne”

sabato, 27 novembre 2021 elezioni   politica   corruzione   emigrazione   povertà   diritti umani   caritas   conferenze episcopali   situazione sociale  

Tegucigalpa (Agenzia Fides) – “Caritas Honduras, come organizzazione impegnata per la democrazia e seguendo il messaggio della Conferenza Episcopale dell'Honduras, invita la popolazione a recarsi in massa alle urne per rendere questo 28 novembre una vera festa civica in cui si stabilirà un nuovo governo”. E’ l’appello che la Caritas del paese centroamericano ha pubblicato alla vigilia della consultazione di domenica 28 novembre, in cui circa 5,2 milioni di elettori (su una popolazione di 9.158.000 abitanti) sono chiamati alle urne per eleggere il Presidente del Paese per il periodo 2022-2026, tre Vicepresidenti, 128 deputati del Congresso nazionale, 20 del Parlamento centroamericano e i sindaci di 298 città.
L'Honduras è secondo solo ad Haiti, tra i paesi dell’America latina, per gli indici di povertà, ed ha il maggior numero di emigranti che periodicamente, in carovane, tentano di raggiungere gli Stati Uniti attraversando il Messico in cerca di un futuro migliore. Le bande di narcotrafficanti e i gruppi delinquenziali giovanili creano un clima di forte violenza, acuitasi negli ultimi mesi. Secondo l'Osservatorio nazionale della violenza di Tegucigalpa, da gennaio a oggi sono stati assassinati 68 politici honduregni. Per questo l'Alto Commissario dell'Onu per i Diritti umani, Michelle Bachelet, e l'eurodeputata croata Željana Zovko, a capo della Missione di Osservazione dell'Unione europea (Ue), hanno rivolto appelli pressanti affinché la giornata elettorale si svolga in un clima di “serena convivenza civile”.
Secondo gli ultimi sondaggi sulle elezioni, riportati dalle agenzie internazionali, si conferma un clima di polarizzazione che vede confrontarsi per la presidenza l'attuale sindaco della capitale e membro del Partido Nacional, Nasry Asfura, e la leader del partito LIBRE e moglie dell'ex presidente Manuel Zelaya, estromesso dal potere il 28 giugno 2009 dalle Forze armate, Xiomara Castro.
Nel loro messaggio di un mese fa in vista delle elezioni (vedi Fides 15/10/2021), i Vescovi avevano lanciato un accorato appello alla popolazione chiedendo di superare l’indifferenza, l’apatia e lo scetticismo, causati dalle carenze del sistema di governo e delle sue istituzioni, che danno come risultato l'astensionismo. La Conferenza Episcopale ricordava che attraverso il voto, ogni cittadino ha la possibilità di contribuire al bene della patria e al cambiamento del corso “inefficace e infecondo” della nazione. “L’Honduras non merita di votare per quelli che vogliono distruggerlo e cercano di vincere le elezioni con qualunque mezzo, inclusi inganni e fraudolenze” ribadivano, invitando a eleggere candidati che non siano coinvolti nella corruzione, nel crimine organizzato e nel narcotraffico.
Alla vigilia del voto, Caritas Honduras ribadisce nel suo pronunciamento del 25 novembre, pervenuto a Fides, che “partecipare alle elezioni di domenica 28 novembre rappresenta un dovere patriottico, quasi intrinseco a ciascuno degli honduregni autorizzati ad esercitare il suffragio, al fine di rafforzare la democrazia, le istituzioni e anche la tanto attesa pace sociale”. Invita quindi a svolgere le elezioni nell’armonia, facendo prevalere la tolleranza ed il rispetto degli altri, in modo che possano essere “il passo deciso per invertire la polarizzazione politica e suggellare una volta per tutte l’unità del popolo”.
Gli honduregni hanno l’occasione di fare una scelta consapevole “per correggere gli errori del passato e del presente, definire una posizione invalicabile contro la corruzione e tutto ciò che li riguarda come società”. La Caritas ribadisce che le persone hanno la possibilità di scegliere gli uomini e le donne con i migliori curriculum per amministrare i destini del Paese per i prossimi quattro anni, “è più che chiaro che i partiti politici si sono impossessati della democrazia e l'hanno trasformata in un sistema che non funziona. Per questo è imperativo che il popolo sovrano vada in massa al richiamo della patria”.
Infine il comunicato della Caritas chiede agli organi elettorali, in particolare ai consiglieri del Consiglio nazionale elettorale (CNE), “di rispettare le questioni strettamente professionali, di liberarsi della loro militanza o schieramento politico e di far rispettare con giustizia la decisione del popolo espressa nelle urne”. (SL) (Agenzia Fides 27/11/2021)


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