ASIA/TURCHIA - Dalle autorità turche segnali difformi verso scuole e Fondazioni delle minoranze non musulmane

sabato, 6 novembre 2021 medio oriente   chiese orientali   scuola   minoranze religiose  

Ankara (Agenzia Fides) – Dai diversi livelli del potere turco arrivano segnali apparentemente contrastanti e di non facile decifrazione in merito allo stato di difficoltà in cui versano da tempo le fondazioni e le scuole legate a comunità di fede minoritarie.
Nei giorni scorsi, la commissione per la pianificazione e il bilancio del Ministero turco per l’Istruzione ha respinto a maggioranza una mozione presentata dal parlamentare armeno Garo Paylan in cui si chiedeva di stanziare parte del budget ministeriale del 2022 a sostegno degli istituti educativi legati in vario modo alle locali comunità cristiane e a quella ebraica. Palyan, attuale Co-presidente dell’HDP (Partito Democratico dei Popoli, formazione d'opposizione che unisce organizzazioni politiche curde e forze di sinistra) aveva proposto di stanziare 40 milioni di lire turche a favore di scuole armene, greche, ebraiche e legate a altre comunità minoritarie, istituti educativi messi in grave difficoltà anche dalla crisi pandemica. La proposta del parlamentare armeno, riportata nei verbali della commissione riunitasi il 2 novembre e resa nota dalla testata armeno-turca Agos, aveva fatto riferimento alla somma di 10-12mila lire turche che il Ministero dell’istruzione turco stanzia ogni anno per ciascuno studente delle scuole pubbliche. Gli allievi che attualmente frequentano istituti educativi legati alle minoranze sono circa 4mila. Se si calcolano 10mila lire turche per ciascuno studente frequentante le scuole delle minoranze – era stato il ragionamento di Paylan – uno stanziamento di 40milioni di lire turche a sostegno di tali istituti educativi rappresenterebbe una semplice misura di giustizia, in linea con la dichiarata intenzione delle autorità turche di non alimentare discriminazioni su base etnico-religiosa. La mozione di Palyan è stata respinta dai voti dei rappresentanti dell’AKP – il partito del Presidente Recep Tayyip Erdogan - presenti nella commissione, ma al suo affossamento hanno contribuito anche le astensioni dei deputati del CHP, il Partito Popolare repubblicano, erede della tradizione “laicista” kemalista.
Sulla questione controversa delle Fondazioni legate alle minoranze religiosi - da anni paralizzate da un’impasse legislativa che blocca di fatto il rinnovo dei rispettivi organismi direttivi - è stato lo stesso Presidente Erdogan a confermare – dopo una riunione di gabinetto svoltasi lunedì 25 ottobre – che le autorità competenti hanno messo in agenda la questione delle elezioni delle direzioni e dei consigli di amministrazione di tali istituzioni, strumenti fondamentali per la gestione dei beni e delle risorse destinati ai luoghi di culto non musulmani e alle iniziative promosse dalle comunità di fede minoritarie.
Il regolamento che consente alle Fondazioni delle minoranza di scegliere i rispettivi Consigli di amministrazione è stato revocato dalla Direzione generale delle fondazioni nel 2013, senza che da allora si sia proceduto alla sua annunciata riforma. Di recente il greco ortodosso Laki Vingas, membro del Consiglio delle Fondazioni, ha documentato in un lungo intervento pubblicato su Agos gli effetti negativi di tale situazione di stallo sulla vita delle comunità ecclesiali e religiose minoritarie. Il blocco nei processi di rinnovamento degli organi direttivi delle fondazioni – ha fatto notare Vingas – contribuisce ai processi di allontanamento dei giovani dalle istituzioni legate alle proprie comunità di appartenenza, e anche tante attività di volontariato “vengono purtroppo interrotte”.
In passato, Laki Vingas ha ricoperto per due mandati l’incarico di Rappresentante delle Fondazioni non musulmane all’interno degli organismi di collegamento dell’intera rete delle Fondazioni turche. In tali organismi sono presenti membri di sette comunità di fede non musulmane presenti in Turchia: oltre agli ebrei, vi figurano i cristiani greci, armeni, siri, caldei, bulgari e georgiani. Il rappresentante delle Fondazioni non musulmane parla a titolo della rete di 167 Fondazioni comunitarie non islamiche presenti in Turchia. (GV) (Agenzia Fides 6/11/2021)


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