AMERICA/COLOMBIA - La prigionia di suor Gloria Cecilia Narvaez: testimone della missione evangelizzatrice

martedì, 7 settembre 2021

Cartagena (Agenzia Fides) – “Come Gesù, suor Gloria stava dedicando la sua vita a combattere malattie, ingiustizia ed emarginazione. La sua testimonianza missionaria, in contesti come il Mali, le ha procurato incomprensioni fino alla prigionia”. Scrive così padre Rafael Castillo Torres, sacerdote colombiano dell’Arcidiocesi di Cartagena e direttore del Programa de Desarrollo y Paz del Canal del Dique, ricordando suor Gloria Cecilia Narvaez in mano ai rapitori dal 7 febbraio 2017 (vedi Fides 8/2/2017). Il 1 luglio 2017 il Gruppo di Sostegno all’Islam e ai Musulmani (GSIM), il ramo di Al-Qaida basato in Mali, Africa, aveva rivendicato il rapimento della religiosa colombiana della Congregazione delle Suore Francescane di Maria Immacolata (vedi Fides 3/7/2017).
“Da lei abbiamo appreso, attraverso la testimonianza delle sue sorelle, che sta accettando questa persecuzione con coraggio, fedele al Vangelo” scrive p. Rafael ricordandola tra i 340 milioni di fratelli nella fede perseguitati in tutto il mondo. “Suor Gloria Cecilia ha saputo offrire la sua vita in cambio di un'altra sorella più giovane, superando paure e non fuggendo minacce. Lei è una testimone della missione evangelizzatrice.”
Nonostante le criticità presenti in Mali, le suore hanno continuato a riaffermare la loro scelta missionaria annunciando chiaramente il loro messaggio. Il sacerdote colombiano ricorda che “la prigionia di suor Gloria conferma che chi di noi segue Gesù scopre il Mistero ultimo della realtà dal suo amore e dalla sua estrema dedizione all'essere umano. In questa prigionia, i credenti vedono Dio stesso identificato con suor Gloria Cecilia, ma anche con tutti coloro che soffrono. È il Dio che grida contro le ingiustizie e perdona, anche se può sembrare incredibile, tutti i carnefici di tutti i tempi. Questo è il Dio in cui tutti i cristiani credono, confidano e sperano. Nulla lo fermerà in questo sforzo per salvare e prendersi cura di tutti coloro che gli sono stati affidati.”
Di fronte al dramma della suora di Nariño, rapita mentre stava adempiendo alla sua missione a Karangasso, in Mali, alla persecuzione di tanti fratelli e alle chiese bruciate e distrutte, p. Rafael esorta tutti a perseverare nella preghiera per coloro che sono perseguitati, ricordando sempre che Gesù ha dato la sua vita sulla croce. Il sacerdote invita a rimanere vigili alla chiamata del Signore nell’accogliere i fratelli che hanno bisogno di aiuto e a riconoscere che il rifiuto del vangelo, oggi, si manifesta anche in una violenza cieca contro la coscienza dell’essere umano.
(MP/AP) (Agenzia Fides 7/9/2021)


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