ASIA/MYANMAR - Birmani in diaspora in tutto il mondo: sciopero a sostegno di Aung San Suu Kyi

sabato, 12 giugno 2021 golpe   violenza   diritti umani   società civile  

Roma (Agenzia Fides) - Lo hanno chiamato “Global Myanmar Spring Revolution Weekend” l’appuntamento pubblico che oggi e domani, in oltre cinquanta città in più di 20 paesi del mondo, coinvolgerà tutte le comunità birmane della diaspora in appoggio alla ribellione pacifica del popolo birmano contro il golpe militare del 1° febbraio e in concomitanza col vertice G7 in Cornovaglia.
Il colpo di Stato ha fatto ripiombare il Paese negli anni bui della dittatura e soprattutto in un’epoca di violenza che ha già ucciso oltre 850 civili che protestavano pacificamente. Le immagini e le testimonianze di continue violazioni dei diritti più elementari che arrivano da un Paese in fiamme, di cui Fides ha dato conto negli ultimi mesi, si sommano alla tensione della vigilia del processo che si tiene lunedì contro Aung San Suu Kyi, Consigliera di Stato e de facto leader del Paese prima del golpe. La “Lady” birmana si è appena vista recapitare una nuova accusa dal regime militare in base alla legge anticorruzione: salgono così a sette il numero di cause legali intentate contro di lei e formulate da giudici fedeli alla giunta, dopo che Suu Kyi è stata arrestata durante il golpe di febbraio insieme con il presidente in carica Win Myint. Se giudicata colpevole di tutte le accuse, la 75enne leader democratica rischia almeno 25 anni di reclusione, il che significa che dovrebbe trascorrere il resto della sua vita in carcere.
Il “Global Strike” di oggi, 12 giugno, che si tiene (dalle 4 alle 6 pomeridiane orario di Greenwich) diventa dunque anche un modo per sostenere l’innocenza di Suu Kyi, accusata delle colpe più disparate, come “possesso di ricetrasmittenti” e “violazione delle norme anti Covid”. Le manifestazioni si tengono anche in Myanmar e in contemporanea in molte altre città negli Stati Uniti, in Asia e in Europa. A Roma la manifestazione si tiene davanti a Montecitorio, sede del Parlamento italiano, dove la comunità italo birmana chiede che venga formalmente riconosciuto il “Governo di Unità Nazionale” (National Unity Government, Nug), il governo ombra formato da diversi deputati birmani eletti l’8 novembre ma esautorati del golpe militare. Attualmente diversi parlamentari europei stanno facendo pressione per il riconoscimento del Governo di unità nazionale e l’ampliamento delle sanzioni contro il regime al potere. Finora solo la Repubblica Ceca, con una lettera del ministro degli esteri di Praga, Martin Tlapa, ha promesso di adottare “l’approccio più adatto” nei forum internazionali per affrontare il tema del riconoscimento del governo-ombra.
La battaglia sul riconoscimento del Nug e sull’estromissione della giunta dai forum internazionali ha già visto l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) annunciare che il Myanmar sarà escluso dalla sua assemblea annuale, anche l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) ha affermato nei giorni scorsi che nè dal Nug né dalla giunta saranno accettate le credenziali per rappresentare il Myanmar, rimandando ogni decisione all’Assemblea generale dell’Onu. Intanto un gruppo di pressione internazionale, formato da vari enti e organizzazioni, esorta i leader del G7 a “intraprendere azioni decisive per difendere la democrazia e i diritti umani in Myanmar".
(MG-PA) (Agenzia Fides 12/6/2021)


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