ASIA/MYANMAR - L'esercito distrugge riso e medicine e affama la popolazione

venerdì, 11 giugno 2021 militari   violenza   diritti umani   sicurezza alimentare   guerra civile   gruppi armati  

Le scorte di riso distrutte dai militari

Pekhon (Agenzia Fides) - L'esercito del Myanmar (Tatmadaw) sta distruggendo tonnellate di sacchi di riso che erano stati immagazzinati e conservati per sfamare gli sfollati interni nel villaggio di Loi Ying Taungche, nei pressi della città di Moebye, nel territorio della diocesi cattolica di Pekhon. Lo riferisce una fonte di Fides nella Chiesa locale di Pekhon, in un territorio che si trova nello stato birmano di Shan, nel Sud del paese. Suffraganea dell'arcidiocesi di Taunggyi, la diocesi di Pekhon ospita nel suo territorio circa 55mila battezzati su 320mila abitanti. Nelle scorse settimane la Cattedrale del Sacro Cuore di Gesù, nella diocesi di Phekhon, che ospitava sfollati interni, è stata colpita dall'artiglieria dell'esercito birmano.
In quest'area le forze popolari di difesa stanno combattendo i militari birmani a partire dal mese di maggio. Come riferisce la fonte di Fides, che chiede l'anonimato per motivi di sicurezza, si prospetta una forte crisi alimentare, indotta appositamente dalle forze armate per stroncare ogni resistenza popolare. Lo sfregio e la violenza nei confronti della popolazione civile che soffre, giunge perfino alla distruzione delle scorte di medicinali e di piccoli dispensari sanitari organizzati dalla gente dei villaggi.
L'esercito birmano, nota la fonte di Fides, utilizza la "politica dei quattro tagli": tagliare ogni accesso al cibo, alle comunicazioni, ai trasporti e alle finanze, per ridurre la popolazione allo stremo, in un'opera di indiscriminata violazione dei diritti umani e di ferocia perpetrata su innocenti. I civili vengono maltrattati perché accusati di avere legami con le forze di resistenza. Per questo quando i militari entrano nei villaggi, gli abitanti corrono a nascondersi nella giungla o cercano riparo in istituti e strutture religiose, come centri cattolici o monasteri buddisti, sperando di essere risparmiati dalla violenza.
Data la situazione, si prospetta una emergenza alimentare in varie aree della nazione. Gli aumenti dei prezzi dei beni alimentari di prima necessità hanno colpito particolarmente le aree remote: nello stato di Kachin, Kayah, Shan, il costo del riso è aumentato del 50% e il riso stesso inizia a scarseggiare. Anche il costo del trasporto dei prodotti dalle fattorie alle città è aumentato, data l'impennata del prezzo del carburante, salito del 30% dopo il colpo di stato del 1° febbraio. Il World Food Programme dell'Onu stima che entro i prossimi sei mesi ben 3,4 milioni di persone soffriranno la fame in Myanmar, e si è detto pronto a triplicare l'opera di assistenza alimentare nella situazione di emergenza, se le condizioni sul terreno lo consentiranno.
"Gli attacchi brutali e indiscriminati dell'esercito minacciano la vita di molte migliaia di uomini, donne e bambini nello stato di Kayah", ha dichiarato Thomas Andrews, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Myanmar, segnalando che, tra gli oltre100mila profughi, solo in quello stato, "morti per fame, malattie potrebbero verificarsi in assenza di un'azione immediata".
(PA-JZ) (Agenzia Fides 11/6/2021)


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