AFRICA/KENYA - Dopo i Vescovi anche i gesuiti dicono “No alla chiusura dei campi di accoglienza”

lunedì, 19 aprile 2021 rifugiati  

Aerial view of Dagahaley outskirts in the foreground, Dagahaley camp and the Ifo extension in the distant background. With nearly 500,000 refugees dadaab is the largest refugee camp in the world. Oct 2011. Brendan Bannon/IOM/UNHCR

Nairobi (Agenzia Fides) - “Il JRS ribadisce l'appello della Conferenza dei Vescovi cattolici del Kenya e raccomanda al governo del Kenya di esercitare la massima prudenza e cautela in questo particolare momento di incertezza, considerando saggiamente gli obblighi legali imposti dal diritto internazionale e dalla Convenzione dell'Organizzazione per l'Unità Africana (OUA)” afferma la sezione keniana del Jesuit Refugee Service (JRS), prendendo posizione sull’annunciata chiusura dei campi rifugiati di Dadaab e Kakuma. Il 24 marzo, il Segretario di gabinetto per gli interni, Fred Matiang'i, ha annunciato l'intenzione del governo di chiudere i campi di Dadaab e Kakuma, concedendo all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) due settimane per presentare un piano in tal senso. Una decisione criticata da molti, compresi i Vescovi del Kenya (vedi Fides 14/4/2021).
L’organizzazione promosso dai Gesuiti ricorda tra gli obblighi imposti dal diritto internazionale che il governo di Nairobi è chiamato a rispettare “il principio di non respingimento” cui si aggiunge l'obbligo morale di prendersi cura dei più vulnerabili della società e di perseguire il bene comune, e i “limiti pratici della chiusura di campi profughi che ospitano più di 410.000 persone”.
Pur apprezzando gli sforzi e l’impegno del governo del Kenya nell'accogliere generosamente e proteggere i rifugiati e gli sfollati nel corso degli anni, assicurando uno spazio sicuro a migliaia di famiglie in cerca di asilo, il JRS sottolinea che la situazione in Kenya per gli sfollati di Somalia, Sud Sudan, regione dei Grandi Laghi e più recentemente dalla regione del Tigray in Etiopia, sta peggiorando, a causa dei conflitti protratti nel tempo e di quelli emergenti, oltre alla pandemia Covid-19.
Il JRS ha ribadito l'impegno a continuare a sostenere il governo del Kenya e tutte le sue parti interessate fornendo servizi di base e sostegno ai rifugiati e alle comunità ospitanti a Nairobi e nel campo profughi di Kakuma. (L.M.) (Agenzia Fides 19/4/2021)


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