ASIA/BANGLADESH - Solidarietà dei cattolici verso la Chiesa e il popolo del Myanmar

martedì, 13 aprile 2021 diritti umani   democrazia   pace   giustizia  

Dacca (Agenzia Fides) - "Con dolore e tristezza abbiamo seguito i recenti episodi di presa del potere da parte dei militari e le atrocità disumane sulle manifestazioni pacifiche dei cittadini che chiedono la democrazia. Noi, Chiesa cattolica in Bangladesh, siamo stretti alla Chiesa in Myanmar, esprimiamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà alla gente e alla Chiesa in quel paese. Anche noi condividiamo il dolore e la sofferenza degli amanti della pace del Myanmar che vogliono solo il ritorno della democrazia". Lo scrivono i Vescovi del Bangladesh in un messaggio, inviato all'Agenzia Fides, firmato da Mons. Gervas Rozario, Vescovo di Rajshahi e Presidente della Commissione episcopale "Giustizia e Pace"
Si legge nel messaggio: "Noi Vescovo del Bangladesh, a nome e in rappresentanza dei nostri fedeli, ci inginocchiamo con Suor Ann Nu Thawng, che il 28 febbraio si è inginocchiata davanti ai militari e li ha supplicati di smetterla di sparare agli innocenti e invece di prendere la sua vita. Anche noi soffriamo mentre il popolo del Myanmar soffre. Anche noi avvertiamo il dolore nel cuore per la privazione e l'oppressione del popolo del Myanmar. Chiediamo alla giunta militare del Myanmar di avere buon senso e di sedersi a un tavolo con le persone interessate per il dialogo al fine di risolvere questa crisi politica del paese, invece di sparare ai propri concittadini. Ci uniamo alla Chiesa in Myanmar in preghiere e adorazioni alla ricerca della pace, dell'amore e della misericordia di Dio per il popolo e la nazione del Myanmar".
I Vescovi del Bangladesh ricordano che il 1° febbraio 2021 i funzionari militari hanno organizzato un colpo di stato detronizzando il governo democraticamente eletto dal potere, imprigionando ministri e parlamentari tra cui il presidente Aung San Suu Kyi, capo della Lega per la democrazia nazionale e Consigliere di stato. I militari hanno accusato il governo di frode nelle recenti elezioni e di corruzione. Dopo il colpo di stato, il generale Hlaing, capo dell'esercito, ha giustificato il golpe affermando che "i militari sono dalla parte del popolo e formano una democrazia vera e disciplinata". "In realtà abbiamo visto quotidianamente sui mass media che i militari sparare a persone la cui unica colpa è il desiderio di democrazia e pace. Finora hanno ucciso più di 600 persone disarmate in manifestazioni pacifiche di protesta", si rileva.
Le proteste per il colpo di stato sono le più imponenti dalla cosiddetta "Rivoluzione zafferano" nel 2007. "I manifestanti includono insegnanti, studenti, avvocati, funzionari di banca e impiegati del governo. Sono scesi in strada anche i cristiani di tutte le confessioni con i loro concittadini. I militari hanno tentato di terrorizzare le persone, che erano pronte a morire per strada. Anche la Chiesa cattolica si è schierata dalla parte della gente per le strade del Myanmar e nella sua solidarietà", scrivono i Vescovi bangladesi. E prosegueono: "Il Cardinale Charles Maung Bo, leader della Chiesa del Myanmar ha invitato alla calma a tutte le fasce di popolazione. Ha chiesto ai militari di rilasciare il presidente incarcerato, i ministri, i parlamentari e soprattutto Aung San Su Kyi e di avviare un dialogo per risolvere la crisi nazionale. La Chiesa in Myanmar è preoccupata per il futuro dei fedeli e delle comunità etniche, come Kachin, Karen, Shan. Dato che le forze armate del Myanmar hanno governato il paese per molti anni, imponendo cultura e le tradizioni buddiste, si teme che i militari possano imporre indebite restrizioni alle Chiese".
In tale situazione, l'intera comunità cattolica in Bangladesh esprime solidarietà e vicinanza alla Chiesa e al popolo del Myanmar, assicurando vicinanza spirituale e preghiera.
(PA) (Agenzia Fides 13/4/2021)


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