AFRICA/ETIOPIA - Nuovo appello congiunto a deporre le armi e porre fine alla violenza in Tigray

mercoledì, 7 aprile 2021 violenza   gruppi armati  

Addis Abeba (Agenzia Fides) - “Con effetto immediato le forze di difesa nazionali etiopi si assumeranno la responsabilità della sicurezza delle frontiere”: cita queste parole del Primo Ministro etiope Abiy Ahmed, il recente rapporto reso noto dall’Europe External Programme with Africa (EEPA) dello scorso 26 marzo, in merito al ritiro delle truppe eritree dal Tigray. Lo stesso Abiy aveva dichiarato che “la giunta che avevamo eliminato in tre settimane si è ora trasformata in una forza di guerriglia, si è mescolata agli agricoltori e ha iniziato a spostarsi da un posto all’altro.Ora non siamo in grado di eliminarlo entro tre mesi”.
Nel documento dell’EEPA, centro specializzato su questioni che riguardano la costruzione della pace, la tutela dei rifugiati e la resilienza nel Corno d'Africa, diffuso lo scorso 26 marzo, Abiy ha dichiarato che l'Eritrea ha accettato di ritirare le sue truppe dal Tigray a seguito del prolungato conflitto tra il governo federale dell'Etiopia e lo Stato del Tigray guidato dal partito politico del Tigray People's Liberation Front (TPLF).
Nella nota pervenuta all’Agenzia Fides si evince che, secondo l’EEPA, entrambi i paesi “hanno raggiunto un accordo, basato su uno spirito di fiducia reciproca, per continuare a rafforzare le relazioni bilaterali e aumentare la cooperazione economica ove possibile”.
Dall’inizio delle ostilità, il 4 novembre 2020, la popolazione tigrina ha vissuto una crisi umanitaria senza precedenti e “tutti, inclusi i rifugiati eritrei, hanno esaurito il cibo, le medicine di base salvavita, l'acqua, non hanno accesso a servizi essenziali e sanitari” come lo stesso Vescovo dell’eparchia cattolica di Adigrat, mons. Tesfassilasie Medhin, aveva dichiarato (vedi Agenzia Fides 15/1/2021). Secondo fonti locali la regione è sull’ orlo della carestia, muoiono di stenti e di fame ogni giorno da 50 a 100 persone, mentre la crisi e gli scontri a fuoco si intensificano anche oltre i confini regionali tigrini.
Ad oggi sono tanti i paesi e le organizzazioni, tra cui la leadership del Simposio delle Conferenze episcopali in Africa e Madagascar (SECAM), membri della Conferenza episcopale cattolica etiope (ECBC), i Presuli dell'Associazione delle Conferenze episcopali membri dell'Africa orientale (AMECEA), i Missionari della Consolata e Pax Christi International, che hanno fatto appello per un dialogo pacifico chiedendo alle parti coinvolte nella regione dell'Etiopia settentrionale devastata dalla guerra di porre fine alla violenza e deporre le armi.
(AP) (7/4/2021 Agenzia Fides)


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