ASIA - Le Chiese impegnate per proteggere il diritto all'acqua potabile e il suo legame con la dignità umana

mercoledì, 7 aprile 2021 diritti umani   dignità umana   società civile  

Chiang Mai (Agenzia Fides) - Le Chiese cristiane in Asia, insieme ad altre organizzazioni religiose e movimenti della società civile, giocano un ruolo importante nella sensibilizzazione sulla crisi idrica globale. Come affermato nel webinar "Accesso ridotto all'acqua sicura in Asia: sfide alla sicurezza umana" organizzato di recente dalla Conferenza cristiana dell'Asia (CCA), rete interconfessionale con sede in Thailandia, i fedeli cristiani in Asia, di tutte le confessioni, sono consapevoli della necessità di difendere il diritto all'acqua per tutti. Gli esperti intervenuti hanno rimarcato l'esigenza di "una vera riforma e una governance democratica sul tema della conservazione dell'acqua e dell'inquinamento", ha affermato Mathews George Chunakara, Segretario generale della CCA.
In Asia, i problemi legati all'acqua sono diventati sempre più acuti con implicazioni preoccupanti. Le minacce del cambiamento climatico, l'urbanizzazione rapida e lo sviluppo non pianificato hanno posto un forte accento sulle risorse idriche del continente. In tempi recenti, la scarsità d'acqua ha innescato una riduzione della produzione alimentare, blocchi della catena di approvvigionamento, perdita di terra e mezzi di sussistenza, migrazioni su larga scala e persino esacerbate tensioni economiche e geopolitiche.
Chunakara ha detto: “L'acqua è l'essenza della vita e l'acqua potabile è indispensabile per sostenere la vita e la salute. Il diritto all'acqua non può essere interpretato in una prospettiva astratta ma deve essere fondato nel quadro della sicurezza umana. La sicurezza umana è fondamentalmente libertà dalla paura e libertà dal bisogno, e la sua interrelazione con il diritto all'acqua è significativa ed evidente". "Il diritto di accesso all'acqua, che implica acqua sufficiente, sicura, accessibile e conveniente per uso personale e domestico, è oggi motivo di crescente preoccupazione in diverse aree regionali dell'Asia", ha aggiunto.
Come ha detto Evariste Kouassi-Komlan, Consigliere regionale per acqua, servizi igienico-sanitari e igiene (WASH) presso l'Ufficio regionale dell'UNICEF per l'Asia orientale e il Pacifico, esiste un divario urbano-rurale nell'accesso all'acqua: “La gestione delle acque reflue è un collo di bottiglia nello sviluppo sostenibile della regione e questo ha enormi impatti in termini di salute. È anche una sfida importante garantire una maggiore quantità e qualità dell'acqua nelle aree rurali, poiché sono disponibili scarsi sistemi di acque reflue nelle aree remote". Il funzionario dell'UNICEF ha auspicato una governance dell'acqua come sistema di gestione rivoluzionario e interregionale; l'innovazione per migliorare l'efficienza dell'uso dell'acqua e la sua riutilizzabilità; maggiore disponibilità di informazioni sui dati e condivisione delle risorse.
Ansye Sopacua, consulente tecnico degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) per il Fondo Onu per lo Sviluppo Umano (Undp) in Indonesia, ha evidenziato le questioni specifiche che ostacolano l'accesso all'acqua sicuro e adeguato in Asia. L'esperto ha articolato il diritto all'acqua in tre componenti: il fabbisogno individuale di acqua è in media di 50-100 litri al giorno; le fonti d'acqua dovevano trovarsi entro 1000 metri dalla propria residenza; la spesa di una famiglia per l'acqua non doveva essere superiore al tre per cento del reddito. La mancanza di infrastrutture affidabili, la mancanza di fondi e finanziamenti e problemi di cattiva gestione finanziaria hanno contribuito a ridurre l'accesso all'acqua potabile. A volte l'acqua è disponibile ma non sicura (a causa di inquinamento chimico o elevata salinità) o non accessibile (soprattutto perché i poveri devono acquistare acqua ogni giorno dato l'accesso limitato ai sistemi idrici comunali e ai sussidi associati).
Kongmeng Ly, responsabile della qualità dell'acqua della Commissione del fiume Mekong (MRC), agenzia intergovernativa nella regione del Mekong, nel Sudest asiatico, ha fornito esempi di cooperazione transfrontaliera sulle risorse idriche condivise. I paesi membri del bacino del Mekong inferiore hanno stabilito congiuntamente molte procedure sull'uso dell'acqua e sulla protezione delle risorse del fiume, come la cooperazione nel monitoraggio della qualità dell'acqua. La Commissione fornisce valutazioni mensili sulla qualità e quantità dell'acqua, che hanno contribuito a indirizzare i progetti di sviluppo in tutto il bacino.
David Das, rappresentante per l'Asia presso l'International Reference Group dell'Ecumenical Water Network, ospitato dal World Council of Churches, ha rimarcato: "L'acqua è ormai diventata una merce di scambio complessa come l'oro e il petrolio. Le chiese devono dare la priorità a programmi urgenti e pertinenti e collaborare con con vari gruppi della socità civile per una soluzione alla crisi idrica. Spetta ai gruppi religiosi rispondere a diverse domande urgenti riguardanti la sostenibilità deei nostri attuali stili di vita per il futuro".
La CCA ha incoraggiato tutte le comunità a lavorare per il benessere e la prosperità della creazione di Dio, impegnandosi in una missione profetica, sostenendo con coraggio il diritto all'acqua. Le Chiese asiatiche, si è detto, sono chiamate a una testimonianza profetica nella lotta per l'uguaglianza e la giustizia.
Tra le iniziative concrete suggerite alle Chiese in Asia, vi è quella di sviluppare programmi di studio specifici in una "Scuola Domenicale sull'acqua e la cura del creato", sottolineando le prospettive biblico-teologiche sull'importanza della conservazione dell'acqua. Le Chiese, disponendo di reti estese e capillari di persone, possono contribuire a diffondere informazioni sull'importanza dell'acqua e sui suoi legami con la dignità umana.
(SD-PA) (Agenzia Fides 7/4/2021)


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