ASIA/INDIA - Nuovo appello per la libertà su cauzione del gesuita Stan Swamy, in carcere per sedizione

mercoledì, 31 marzo 2021 gesuiti   società civile   diritti umani  

Mumbai (Agenzia Fides) - Oltre 2500 persone provenienti da tutta l'India e da altre nazioni del mondo hanno firmato la richiesta di appello al Tribunale di Mumbai, contro la decisione del giudice di non concedere la libertà su cauzione al Gesuita Stan Swamy, religioso 84enne, in carcere dall'8 ottobre 2020 con la presunta accusa di sedizione. Nella dichiarazione inviata all'Agenzia Fides e formalizzata in un ricorso presentato in tribunale, si chiede di riesaminare la domanda di libertà provvisoria dell'84enne Stan Swamy, rinnovando l'appello per immediata libertà su cauzione, per motivi di salute. La dichiarazione, inoltre, chiede l'abrogazione dell'UAPA (Unlawful Activities Prevention Act") e il ritorno alla norma per cui la libertà su cauzione è la regola e non l'eccezione. Tra i firmatari che hanno preso posizione in favore del gesuita vi sono noti accademici, attivisti, artisti, registi, economisti, religiosi, preti, gesuiti, giornalisti, avvocati, scrittori.
"Siamo scioccati dal rigetto di una domanda di cauzione presentata da Stan Swamy presso il tribunale speciale della NIA (Agenzia investigativa nazionale) il 22 marzo 2021" si legge nel testo inviato a Fides. "L'ottantaquattrenne Stan Swamy - prosegue il documento - è malato di Parkinson con gravi tremori in entrambe le mani. Ha problemi a bere da un bicchiere, fare il bagno e lavare i vestiti da solo. Ha anche altri disturbi di salute. Prima del suo arresto, trascorreva la maggior parte del suo tempo a Bagaicha, nei pressi di Ranchi. Ha collaborato pienamente alle indagini. Il rifiuto della cauzione di una persona anziana e malata, con mobilità limitata e senza precedenti di violenza contro gli altri, è al di là di ogni umana comprensione".
"Conosciamo Stan come una persona eccezionalmente gentile, onesta e altruista. Abbiamo la massima considerazione per lui e il suo lavoro. Ha trascorso decenni in Jharkhand lavorando per i diritti degli adivasi e dei diseredati. È ironico che mentre il sostegno pubblico a Stan Swamy continua a crescere, il tribunale ha respinto la richiesta di libertà su cauzione nell'interesse della comunità. La società civile, diversi leader e partiti politici e lo stesso Primo Ministro dello Jharkhand hanno condannato l'arresto di Stan e gli hanno espresso sostegno e solidarietà", argomentano i firmatari.
L'appello nota che un recente rapporto ha svelato come documenti falsi siano stati introdotti nei computer degli accusati nel caso che coinvolge p Swamy, e anch'egli ha rinnegato alcune delle prove presumibilmente estratte dal suo computer. "È inquietante che il tribunale abbia deciso di ignorare questo rapporto, respingendo la richiesta di libertà provvisoria".
Il testo conclude: "Stan Swamy è un simbolo della difficile situazione di migliaia di prigionieri languiscono in prigione per anni sotto accuse fabbricate spesso per incastrare coloro che difendono i meno privilegiati o si oppongono al governo. Chiediamo l'immediata cauzione per Stan Swamy, l'abrogazione del "Unlawful Activities Prevention Act" (UAPA), e il ritorno alla norma in cui la cauzione è la regola e non l'eccezione.
(PA) (Agenzia Fides 31/3/2021)


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