VATICANO - Bambini e ragazzi, testimoni gioiosi e credibili dell’annuncio del Vangelo nonostante la pandemia

mercoledì, 10 febbraio 2021 pontificie opere missionarie   animazione missionaria  

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “La testimonianza è l’elemento caratterizzante la missione del battezzato. Il testimone è colui che può raccontare di un evento o di una persona in quanto è stato presente all’evento o conosce la persona in questione. Quindi per poter essere testimone di Gesù è necessario innanzitutto conoscerlo, cioè averlo incontrato, credere in Lui, credere che è vivo e aver fatto una tale esperienza di Lui da esserne così affascinati e coinvolti da desiderare che anche altri lo incontrino per essere felici”. Lo scrive suor Roberta Tremarelli, Segretaria generale della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria (POSI) nell’editoriale nel nuovo numero del Bollettino della POSI, appena pubblicato, che è dedicato alla testimonianza. “Con il Battesimo siamo tutti invitati e responsabili di annunciare la Buona novella, prima con la testimonianza della vita e poi anche con le parole, per portare a tutti la luce di Cristo – scrive suor Roberta -. La testimonianza è condividere con umiltà la fede e la gioia che l’accompagna, e chi meglio dei bambini e ragazzi può insegnarci questo atteggiamento umile del discepolo? Proprio loro, nella semplicità e disponibilità che li caratterizza, sono oggi nel mondo testimoni gioiosi e credibili di questo annuncio, capaci di trasmettere la bellezza della fede in Cristo e dell’appartenenza alla Chiesa. È fondamentale quindi l’opera di formazione e animazione realizzata insieme ai bambini affinché siano testimoni del Vangelo”.
Le prime pagine del Bollettino sono dedicate al Vescovo Mons. Charles de Forbin Janson (3 novembre 1785 - 11 luglio 1844), fondatore dell’Opera della Santa Infanzia, testimone della passione missionaria e profeta riguardo al ruolo dei bambini nell’azione evangelizzatrice della Chiesa. “Ai nostri giorni, quest’Opera continua ad essere indispensabile, perché l’infanzia è ancora uno degli anelli più deboli della società. Patisce la fame, le guerre, i maltrattamenti, lo sfruttamento sessuale e lavorativo, le malattie e la mancanza di aspettative per il futuro, fra le molte altre cose. Perciò, il progetto ideato da Charles de Forbin Janson è ancora più necessario che mai, dopo più di centosettanta anni dalla sua istituzione” scrive Concha Fernández González, che sottolinea: “Nell’epoca attuale, non c’è nessun altro organismo o istituzione che basi il suo aiuto all’infanzia, nella cooperazione disinteressata e solidale dei bambini fra di loro”.
In linea con il tema del numero e la celebrazione della Giornata annuale dell’Infanzia Missionaria, abitualmente all’Epifania, la parte più consistente del Bollettino descrive le tante esperienze di bambini e ragazzi della POSI impegnati con gioia ed entusiasmo a testimoniare il Vangelo di Gesù a tutte le latitudini. Le notizie arrivano dalle Direzioni nazionali della Guinea Bissau, della Tanzania, dell’Uganda, del Burundi, dell’Irlanda. “In quanto educatrice dell’Infanzia Missionaria – racconta Suor Béatrice Miryozi dal Burundi -sono molto felice quando i bambini membri del gruppo raccontano che i loro genitori li lasciano partecipare liberamente agli incontri ed alle attività previste dall’Infanzia Missionaria. Mi fa piacere vedere che i bambini sono responsabili, che sono di buon esempio agli altri, sia a scuola che in famiglia. Tra di loro ce ne sono alcuni che sono membri del gruppo apostolico. Ci sono anche bambini di altre religioni che amano partecipare ad alcuni incontri e ad alcune attività dell’Infanzia Missionaria”.
Suzana Mané, della missione cattolica di Cacine nella diocesi di Bafatá, in Guinea-Bissau, spiega che “per una bambina essere testimone di Gesù in Guinea-Bissau significa vivere la Parola di Dio nelle piccole cose quotidiane, rispettare i genitori, partecipare alla catechesi e ai movimenti cattolici, comportarsi bene a scuola. Con il Covid non deve essere stato facile fermare tutte le attività, ma la mia gioia è stata quella di partecipare ogni domenica attraverso Radio Sol Mansi alle celebrazioni eucaristiche e poter partecipare alla sensibilizzazione porta a porta per il Covid: è stata per me la più grande testimonianza affrontando così paura e vergogna.” Dall’Irlanda Eva Watras condivide la sua testimonianza: “Annuncio la lieta novella dell’amore di Dio andando a messa e raccontando alle persone le cose meravigliose che Dio e Gesù hanno compiuto per noi. Posso compiere l’opera di Dio in chiesa, a casa, a scuola e nei luoghi di carità. Prego a casa prima e dopo essere andata a letto. Prego anche a scuola. Dopo aver fatto qualcosa di buono e utile alla mia comunità mi sento gratificata e orgogliosa di me stessa. La pandemia ha reso più difficile seguire l’esempio di Gesù perché non sono potuta andare a messa per pregare”.
Altre testimonianze presentate in questo numero di gennaio 2021 del Bollettino vengono dalle diocesi: la diocesi di Loikaw in Myanmar, Wat Songkhon in Tailandia, Vanimo in Papua Nuova Guinea, Palghat in India, Umzimkulu in Sudafrica, Nakuru in Kenya, Kasana-Luweero in Uganda, Kabwe in Zambia e Cabinda in Angola.
Chiude il bollettino la descrizione dell’animazione dell’Infanzia Missionaria in Togo. Don Donald C.D. Fadaz, Direttore Nazionale delle POM, racconta come la pandemia abbia influito sulle normali attività della POSI, tuttavia si è potuta celebrare la Giornata dell’Infanzia Missionaria a livello di ogni parrocchia: “i supporti pedadogici di animazione (poster, dépliants di esortazione alla preghiera) stampati e distribuiti dalla Direzione Nazionale hanno permesso di vivere l’avvenimento e di pregare in comunione con la Chiesa universale. Inoltre, le emissioni radiofoniche condotte dal Direttore Nazionale e dai Direttori Diocesani hanno permesso di dare larga risonanza alla celebrazione e, soprattutto, di pregare ogni giorno per i bambini e i ragazzi, futuro della Chiesa e della società”. (SL) (Agenzia Fides 10/02/2021)


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