ASIA/KAZAKHSTAN - Elezioni legislative: trionfa il partito Nur Otan dell’ex presidente Nazarbayev

martedì, 12 gennaio 2021 politica   democrazia   libertà   libertà di coscienza  

Nur Sultan (Agenzia Fides) - “Dopo le dimissioni di Nursultan Nazarbayev, si pensava che il Kazakistan potesse aprirsi a timide concessioni democratiche sul fronte politico ed economico, replicando quello che si potrebbe definire ‘il modello uzbeko’. Ma così non è stato. Le dimissioni di Nazarbayev hanno comunque risvegliato l’opinione pubblica e favorito una maggiore spinta dal basso: si può constatare che all’interno di alcuni strati della popolazione, soprattutto tra i più giovani, cominci a serpeggiare un forte malcontento verso la politica. E’ cresciuta la consapevolezza che il regime si può criticare attraverso forme di dissenso simboliche e mediatiche, si è ampliato lo spettro delle proteste. L’approccio delle autorità, però, è rimasto lo stesso, anche perché l’eredità del regime autoritario di Nazarbayev e la sua influenza sono ancora fortissime. Così si è arrivati alle elezioni parlamentari del 10 gennaio, in un clima di generale repressione verso ogni forma di opposizione”. E’ l’analisi rilasciata all’Agenzia Fides da Davide Cancarini, ricercatore ed esperto di politica dell’Asia centrale, in merito alle elezioni del Parlamento kazako, caratterizzate da forti tensioni per l’assenza di partiti di opposizione tra le liste.
Il voto del 10 gennaio non ha riservato sorprese: nella giornata di ieri, 11 gennaio, la Commissione elettorale centrale ha dichiarato la schiacciante vittoria (con il 71% delle preferenze) del partito ‘Nur Otan’, guidato proprio dall'ex presidente Nazarbayev. Kassym-Jomart Tokayev, suo successore, ha salutato il voto di domenica come "un altro passo dello sviluppo democratico del paese".
Intanto l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha dichiarato che "una campagna elettorale non competitiva e limitazioni sistemiche alle libertà fondamentali garantite dalla costituzione, hanno privato gli elettori dalla possibilità di compiere una scelta genuina". Durante l’election day è stato segnalato l’arresto di diversi manifestanti ad Almaty e nella capitale Nur-Sultan, ed è stato impedito ad alcune organizzazioni non governative di seguire i lavori delle votazioni.
La libertà di espressione continua a rappresentare un punto critico per la repubblica kazaka, che nel 2020 si è posizionata al 157esimo posto, su 180 paesi, nell’annuale classifica della libertà di stampa di “Reporter Senza Frontiere”. Resta, invece, garantita la libertà di culto, che per anni ha rappresentato il fiore all’occhiello della politica di Nazarbayev e che è stata perpetuata dal suo successore Tokayev: essa rientra nell’attenta politica di controllo delle religioni, tesa a reprimere l’eventuale nascita o operatività di gruppi radicali islamici violenti.
Secondo i dati ufficiali forniti dal Ministero degli Esteri kazako, degli oltre 17 milioni di abitanti del Paese, circa il 26% è costituito da cristiani, e l’1% di questi è di fede cattolica.
(LF-PA) (Agenzia Fides 12/1/2021)


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