ASIA/LIBANO - Stallo nella formazione del nuovo governo. Il Patriarca Younan chiama in causa le responsabilità dei politici cristiani nella crisi libanese

martedì, 15 dicembre 2020 medio oriente   chiese orientali   politica   settarismi   geopolitica   confessionalismo  

Beirut (Agenzia Fides) – In Libano si complica il cammino per arrivare alla formazione di un nuovo governo, proprio mentre l’ex Primo Ministro libanese Hassan Diab insieme a tre ex ministri viene sottoposto a processo per responsabilità nelle esplosioni al porto di Beirut del 4 agosto. Mentre si allungano i tempi per il varo del nuovo esecutivo, emergono tensioni istituzionali tra il Presidente libanese Michel Aoun e il Premier designato Saad Hariri: Il contrasto è sorto intorno alla lista dei ministri che dovrebbero comporre il governo.
Il sunnita Hariri, leader del Partito politico “Futuro”, è stato incaricato di formare il governo il 22 ottobre, ma in due mesi non è ancora riuscito a costituire il nuovo gabinetto. A complicare lo scenario ci sono anche nuove pressioni internazionali che puntano a condizionare il profilo politico del nuovo esecutivo. In particolare, Hariri teme le minacce di sanzioni USA che potrebbero colpire anche lui se venissero attribuiti ministeri a rappresentanti politici ufficialmente appartenenti al Partito sciita di Hezbollah.
Nelle dichiarazioni ufficiali, lo staff di Hariri conferma l’intenzione del Premier designiato di dar vita a un governo composto da tecnocrati apartitici. Il Presidente Aoun, cristiano maronita, rivendica che la designazione della lista dei ministri non spetta in maniera esclusiva al Premier designato, ma va esercitata tenendo conto di orientamenti e consigli espressi dalla Presidenza della Repubblica, e garantendo adeguata rappresentanza alle diverse componenti politiche e sociali del Paese. Sollecitazioni che vengono bollate dallo staff di Hariri come un tentativo di dar vita di nuovo a un governo in balia dei veti incrociati delle forze politiche, composto a partire dal “principio della ‘spartizione della torta’ ".
Le nuove tensioni istituzionali si manifestano mentre il Paese continua a sprofondare in una crisi economica e finanziaria devastante. A questo riguardo, il Patriarca siro cattolico Ignace Youssif III Younan, celebrando la festa dei Santi Behnam e Sara nel villaggio di al Fanar (vedi foto), durante l’omelia ha voluto richiamare le responsabilità di funzionari e rappresentanti politici cristiani che hanno contribuito a portare il Paese del Cedri nella grave situazione in cui si trova. “I politici cristiani” ha detto il Patriarca “non sono stati all’altezza del compito che il popolo aveva affidato a loro”. Rivolgendosi ai fedeli presenti, in buona parte rifugiati cristiani provenienti da Iraq e Siria, il Capo della Chiesa siro cattolica ha rimarcato che il Libano “avrebbe dovuto essere un rifugio per tutti gli oppressi, ma purtroppo non ha saputo accogliere i fratelli che venivano da altri paesi, e garantire loro sicurezza e dignità”. (GV) (Agenzia Fides 15/12/2020)


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