ASIA/FILIPPINE - Organizzazioni laiche religiose: un’indagine internazionale sulle violazioni dei diritti umani

sabato, 31 ottobre 2020 diritti umani   laici   aree di crisi  

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Organizzazioni laiche religiose: un’indagine internazionale sulle violazioni dei diritti umani

Roma (Agenzia Fides) - “La nostra più alta aspirazione è che la comunità internazionale conduca un’indagine indipendente e imparziale sulle violazioni dei diritti umani nelle Filippine. Ma per ora non è così e questo è davvero molto deludente. Una recente risoluzione delle Nazioni Unite indica che la comunità internazionale riconosce la crisi dei diritti umani e persegue possibili meccanismi per definire le responsabilità. Inoltre, offrendo assistenza tecnica per rafforzare gli strumenti nazionali, si riconosce a debolezza del sistema e dei meccanismi di giustizia esistenti nel Paese”. Il sacerdote camilliano Aris Miranda, copresidente dell’associazione “Promotion of Church People’s Response – Europe”, commenta così all’Agenzia Fides la decisione delle Nazioni Unite del 7 ottobre scorso che, per ora, si limita a offrire una “collaborazione tecnica” al ministero delle giustizia filippina per un’indagine su quanto avvenuto nelle Filippine durante la cosiddetta “guerra alla droga”, promossa e diretta dal presidente Rodrigo Duterte.
La Chiesa ha sempre avuto una posizione critica rispetto alle scelte di un esecutivo che ha spesso agito con violenza e abusi in una sorta di operazione “pulizia” il cui bilancio è di migliaia di morti, spesso solo piccoli spacciatori o consumatori. E organizzazioni laiche e religiose – in patria e all’estero - appoggiano con forza la richiesta di un’indagine indipendente e imparziale.
Le controverse scelte di Durterte, sin dal suo insediamento, sono infatti state oggetto di numerose critiche a livello interno e internazionale. In una risoluzione del 17 settembre, il Parlamento Europeo afferma che, presa visione di un rapporto dettagliato del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (Unhrc), si condannano con forza le violazioni dei diritti umani perpetrate dall'amministrazione Duterte e si invitano gli Stati membri dell’Unione Europea (UE) a sostenere l’urgenza di un’indagine internazionale sulle violazioni commesse nelle Filippine dal 2016. La UE non solo chiede di porre fine alle uccisioni e di sciogliere i gruppi paramilitari ma paventa la possibilità di rivedere la clausola di “nazione favorita” (il regime GSP+) che garantisce l’esenzione dai dazi alle esportazioni delle merci filippine verso l’Europa.
Poi è arrivata l’indicazione da parte dell’Onu dell' impegno a garantire assistenza tecnica al dicastero locale di Giustizia. E la speranza di un’indagine indipendente, garantita dalla comunità internazionale, si è allontanata.
Padre Miranda non abbandona la speranza: “Nonostante tutto – dice a Fides - sono ancora fiducioso che le vittime e le loro famiglie vedranno la luce della giustizia alla fine del tunnel. Sto incoraggiando le persone della Chiesa a rimanere vigili e monitorare la situazione. Ci sono ancora altri meccanismi internazionali possibili e continueremo a fare appello. Intanto continueremo ad assistere le famiglie delle vittime con i nostri mezzi e secondo le nostre possibilità”. (MG-PA) (Agenzia Fides 31/10/2020)


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