AFRICA/GUINEA - Almeno 21 morti negli scontri post elettorali

martedì, 27 ottobre 2020 elezioni   violenza  

Conakry (Agenzia Fides) - È di 21 morti il bilancio ufficiale delle vittime degli scontri che si susseguono nella Repubblica di Guinea dal giorno del voto presidenziale del 18 ottobre, i cui risultati provvisori annunciati dalla Commissione elettorale (CENI) hanno proclamato la riconferma del Presidente uscente Alpha Condé, con il 59,5% dei voti, contro il 33,5% dei voti del candidato dell’opposizione Cellou Dalein Diallo.
Il leader dell'opposizione, che si è autoproclamato vincitore, ha confermato ieri, 26 ottobre, la sua intenzione di presentare ricorso davanti alla Corte costituzionale contro questi risultati, viziati secondo lui da una massiccia frode. Oltre che nella capitale Conakry, gli scontri si sono estesi nelle principali città del Paese. Le attività commerciali sono chiuse per timori di disordini e saccheggi. Gli inviati dell'ONU, dell'Unione africana (UA) e della Comunità degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) continuano i loro sforzi di mediazione incontrando diversi Ministri, la Commissione elettorale e il corpo diplomatico.
Amnesty International ha accusato le forze di sicurezza guineane di aver sparato munizioni letali contro i manifestanti durante i disordini post-elettorali, sulla base di dichiarazioni dei testimoni e le analisi video degli scontri. L’Ong per la difesa dei diritti umani ha inoltre condannato il blocco di Internet e delle comunicazioni telefoniche durante i disordini.
Ancora prima del voto, la candidatura di Condé per un terzo mandato, è stata fortemente contestata dall’opposizione perché vista come una forzatura della Costituzione, che prevede due mandati consecutivi alla Presidenza della Repubblica (vedi Fides 19/10/2020)
Condé è diventato il primo leader democraticamente eletto della Guinea nel 2010 ed è stato rieletto nel 2015. I gruppi per i diritti umani, tuttavia, lo accusano di scivolare nell'autoritarismo. La Guinea è l'unico Paese africano francofono ad aver rifiutato nel 1958 di unirsi alla Comunità franco-africana proposta da De Gaulle. Il Paese proclamò l'indipendenza sotto un regime socialista guidato con il pugno di ferro da Ahmed Sékou Touré per un quarto di secolo.
Dopo la sua morte nel 1984, Lansana Conté, un militare, prese il potere con un colpo di Stato. Eletto presidente nel 1990, è stato rieletto due volte da scrutini né liberi né trasparenti. Nel dicembre 2008, Lansana Conté è morto dopo una lunga malattia. Una giunta guidata dal capitano Moussa Dadis Camara prende il potere senza spargimento di sangue.
Ma il 28 settembre 2009, l'esercito ha represso nel sangue nello stadio di Conakry un raduno di migliaia di oppositori alla sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali: 157 persone sono state uccise e 109 donne violentate, secondo l'Onu.
Dopo essere stato gravemente ferito Camara cede il potere aprendo la strada nelle prime elezioni democratiche del 7 novembre 2010 vinte da Alpha Condé.
Le immense ricchezze minerarie della Guinea (è uno dei principali produttori mondiali di bauxite ed ha giacimenti di ferro, oro, diamanti e petrolio) sono state spesso al centro di accese contese legali internazionali. (L.M.) (Agenzia Fides 27/10/2020)


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