ASIA/INDIA - Arrestato un Gesuita, promotore dei diritti umani: la protesta della Chiesa e delle Ong

venerdì, 9 ottobre 2020 diritti umani   povertà   solidarietà   tribalismo   sviluppo   gesuiti  

Ranchi (Agenzia Fides) - Con l'accusa di coltivare presunti legami con i gruppi ribelli maoisti e con organizzazioni illegali, è stato arrestato a Ranchi il Gesuita 83enne padre Stanislaus Lourduswamy, sacerdote impegnato nella promozione dei diritti umani e dello sviluppo dei gruppi più svantaggiati. Come appreso dall'Agenzia Fides, la National Intelligence Agency (NIA), agenzia che si occupa di combattere il terrorismo, ha disposto il fermo e ha prelevato il religioso dalla sua residenza a Ranchi, capitale dello stato di Jharkhand, nell'India orientale, la sera dell'8 ottobre. Padre Stanislaus Lourduswamy, che nega ogni addebito e si proclama del tutto innocente, da oltre 50 anni opera a livello pastorale e sociale per la dignità e lo sviluppo delle comunità tribali e di altre comunità vulnerabili nell'India orientale. Il suo arresto ha generato un movimento di aperta protesta della Chiesa locale e delle Ong che conoscono l'impegno e la dedizione del religioso.
“Come membri del 'Forum dei religiosi per la giustizia e la pace', condanniamo fermamente e inequivocabilmente l'arresto di p. Stanislaus", ha detto all'Agenzia Fides il Gesuita padre Cedric Prakash, suo confratello anch'egli impegnato per la tutela dei diritti umani in India. Il Forum dei religiosi per la giustizia e la pace, che include suore, sacerdoti, religiosi, ha anche denunciato "il trattamento disumano riservato dagli agenti a p. Stanislaus, persona anziana e fragile, cittadino indiano amante della pace, che ha dato la sua vita al servizio dei tribali e degli emarginati. Questo la dice lunga sul deterioramento dell'ethos democratico nel paese" si afferma.
"Chiediamo al governo indiano il rilascio incondizionato e immediato di Stan" afferma la dichiarazione giunta a Fides, chiedendo anche "la liberazione di tutti i difensori dei diritti umani e altri dissidenti illegalmente detenuti e incarcerati negli ultimi mesi".
"Auspichiamo che tutti i cittadini dell'India che hanno a cuore i diritti e la libertà sanciti dalla nostra Costituzione si uniscano a noi nella condanna della detenzione illegale di p. Stan", si legge. In segno di protesta, i membri del Forum, sparsi in tutto il territorio indiano, osserveranno domani, 10 ottobre, una speciale giornata di preghiera e digiuno e, ove possibile, organizzeranno manifestazioni pubbliche di protesta pacifica, invitando cittadini di ogni religione, cultura ed estrazione sociale, a difendere i diritti inalienabili di ogni cittadino indiano, secondo la Carta costituzionale.
(PA) (Agenzia Fides 9/10/2020)


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