AFRICA/CIAD - Verso la Giornata Missionaria - “Eccoci, manda noi”: le testimonianze di missionari religiosi e laici

venerdì, 25 settembre 2020 giornata missionaria mondiale   pontificie opere missionarie   animazione missionaria   evangelizzazione   missione  

N'Djamena (Agenzia Fides) – “Eccomi, manda me (Is 6,8)” è il tema della Giornata Missionaria Mondiale, che si celebra il 18 ottobre. Ma cosa significa, in concreto, questo invito nella vita di coloro che hanno accolto la chiamata del Signore? L’Agenzia Fides ha raccolto le risposte di alcuni missionari attivi nel Ciad.
Mons.Jean-Claude Bouchard, Vescovo di Pala, ha cinquantadue anni di vita missionaria nel paese africano. Il Vescovo è stato chiamato ad annunciare il Vangelo lontano dalla sua patria, il Canada, dove è stato ordinato a St-Éloi, il suo villaggio natale, il 30 agosto 1969. Spiega il Vescovo di Pala: “Sono arrivato in Ciad nel gennaio 1970, assegnato alla missione di Guelendeng. Ho collaborato con padre Honoré Jouneaux, ex Prefetto apostolico. Siamo rimasti insieme sette anni prima che venissi nominato Vescovo… Quei sette anni sono passati troppo in fretta e sono stato nominato Vescovo troppo presto. Mi sono sentito come il profeta Geremia che ha detto al Signore: "Sono troppo giovane". Ma ho dovuto rispondere di sì al Signore che mi ha chiamato per voce di Papa Paolo VI”.
Conclude il Vescovo: “La Chiesa del Ciad è cresciuta in quantità, ma è urgente farla crescere in qualità. Ci sono molti battesimi ma non abbastanza conoscenza di Gesù e dell'impegno dei battezzati nella Chiesa e nella vita del Paese. Lasciamo che le parole: ‘Eccomi, manda me!’ diventino la risposta di ognuno di noi”.
La chiamata alla missione riguarda tutti i battezzati, come dimostra la risposta dei coniugi Alexis e Rosalie alla chiamata della missione ai centri di formazione per animatori di coppia delle comunità di Bedonné, nella diocesi di Doba. “In precedenza, credevamo che la missione fosse solo per occidentali, sacerdoti, suore e non per laici. La celebrazione del Mese Missionario Straordinario di ottobre 2019 con il tema ‘Battezzati e inviati, la Chiesa di Cristo in missione nel mondo’, ci ha illuminato e spinto a capire che la missione di Cristo è per tutti noi e senza distinzione”.
La famiglia è giunta a Bendoné il 27 dicembre 2019: “Questa esperienza ci fa capire che anche i laici, in virtù dei doni che sono stati fatti dal Signore, costituiscono una testimonianza e nello stesso tempo uno strumento vivo della missione della Chiesa nella misura del dono offerto dal Signore”. E conclude: “Ora, quando ci troviamo di fronte alle coppie, rendiamo grazie a Dio per averci chiamati a questa grande missione (Fil 2, 8-9). Diciamo, con le parole dell’apostolo Paolo, che insegnare a qualcuno a portarlo alla fede è compito di ogni predicatore e anche di ogni credente".
Suor M. Pilar Justo, Missionaria Comboniana, racconta che il versetto del profeta Isaia, tema della Giornata Missionaria Mondiale 2020, è lo stesso che ha messo sul cartoncino per ricordo della su prima Professione: “Inserendo questa frase, volevo mostrare il mio desiderio di andare in missione. Quando l'ho vista di nuovo presentarsi alla Giornata Missionaria Mondiale di quest'anno, mi ha dato una grande gioia. Mi ha fatto rivivere il momento in cui mi stavo preparando per essere mandata dove la Congregazione voleva mandarmi”.
Suor M.Pilar è nata 76 anni fa in una famiglia di contadini in un piccolo villaggio in Spagna e ha appreso dell’attività dei missionari durante l’età scolare: “Ci hanno anche detto che c'erano missionari che hanno lasciato il paese per andare a condividere il Vangelo con loro. Ci hanno invitato a pregare l'uno per l'altro ogni giorno, a fare anche dei sacrifici, a rinunciare a qualcosa per offrire i frutti per aiutare tanti altri bambini e adulti a essere battezzati. È così che tutti i nostri sacrifici scritti su un pezzo di carta e le piccole valute risparmiate, li abbiamo offerti nella Giornata Missionaria Mondiale, molto orgogliosi di collaborare al battesimo dei bambini in paesi lontani. La mia vocazione missionaria ha le sue radici in questo tempo? Credo che il seme sia stato seminato, ma prima che la pianta nascesse e crescesse, quante cose sono successe”.
“A poco a poco, nel cammino di approfondimento della Parola di Dio o nell'aiutare le persone, il Signore mi ha fatto capire che aveva il suo piano su di me, e questo non era quello che mi sto costruendo. Mi ha chiamato a essere una missionaria per tutta la vita”, rileva.
Suor Pilar è tornata dai Comboniani e, dopo gli anni di formazione, è stata inviata in Ciad nel 1978, nella diocesi di Sarh. “Ho trovato molto da fare, ma tanta gioia nel farlo. La formazione dei catechisti, l'accompagnamento dei catecumeni nel Battesimo mi ha riempito di gioia ogni Pasqua. Dio mi ha permesso di contemplare le meraviglie che fa nelle persone che ho conosciuto. Ho visto tante famiglie diventate cristiane e tanti giovani del Ciad diventare sacerdoti o suore. Quando contemplo questa Chiesa, da figlia di san Daniele Comboni, posso solo pensare: dal cielo Comboni deve sorridere. Attualmente sono passati anni ma Dio continua ad avere il suo piano per me… Continuo ad avere nel cuore la gioia della missione. Ecco perché ripeto ancora e ancora con gioia: "Eccomi: manda me!".
(EG) (Agenzia Fides 25/9/2020)


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