ASIA/THAILANDIA - Libertà e democrazia: i giovani Thai scendono in piazza

giovedì, 3 settembre 2020 giovani   studenti   democrazia   libertà   diritti umani   politica  

Bangkok (Agenzia Fides) – I giovani della Thailandia danno vita a una nuova stagione di manifestazioni di piazza ed esprimono liberamente le loro aspirazioni di libertà e democrazia. Il nuovo movimento che anima la società Thai si fa chiamare “Free Youth” e inizia a preoccupare le autorità. Infatti la presidentessa dell'Unione studentesca thailandese, Jutatip Sirikhan, 21 anni, è stata arrestata il 1° settembre dalla polizia di Bangkok per aver partecipato alle manifestazioni studentesche che nei mesi scorsi hanno attraversato più volte le strade della capitale e diverse altre città. L’ultima, in particolare, il 16 agosto scorso, ha visto la partecipazione di almeno 10mila giovani riunitisi nella centrale piazza di Bangkok, dove il Monumento alla democrazia è diventato il simbolo del Movimento. Jutatip è stata arrestata per un evento del 18 luglio ed è sotto accusa per “violazione delle regole sul distanziamento fisico” ma potrebbe anche essere accusata di sedizione.
Col suo arresto, sono 15 gli attivisti incarcerati, tra i quali il noto leader studentesco Parit “Penguin” Chiwarak, che ha immediatamente pubblicato un messaggio di solidarietà a Jutatip sulla sua pagina Facebook, uno dei social network più utilizzati dal movimento. Gli studenti chiedono le dimissioni del premier Prayut, un generale già a capo della giunta militare e che, denunciano, "è stato incaricato Premier grazie a un sistema politico ingiusto". Il Premier, osservano i giovani, governa solo grazie al fatto che in febbraio il "Future Forward Party", formazione politica di opposizione, è stato messo al bando e dichiarato fuori legge. Era l’unica organizzazione politica - di tendenza progressista e guidata da un giovane imprenditore molto popolare - che, secondo gli osservatori, avrebbe potuto condurre una valida opposizione parlamentare all’esecutivo. Da allora le manifestazioni per le dimissioni di Prayut si sono intensificate e così le richieste popolari di cambiare la Costituzione e il sistema elettorale, che oggi prevede una Camera alta composta da membri scelti e non eletti, dunque in grado di ribaltare la volontà popolare.
Ma gli studenti sono andati oltre: dopo che stata resa nota la scomparsa di Wanchalearm Satsaksit, attivista in esilio in Cambogia dal 2014, a luglio scorso hanno ripreso le manifestazioni di protesta, nonostante il divieto di raduno e lo “Stato di emergenza” decretato a causa del Covid-19. L’evento-chiave si e svolto il 10 agosto quando un’attivista ha letto in piazza un “Manifesto in dieci punti” in cui, oltre a chiedere le dimissioni di Prayut e una nuova Costituzione, il Movimento ha messo sotto accusa anche la monarchia, istituzione tradizionalmente indiscutibile in Thailandia, paese che ha le pene più gravi al mondo per reati di lesa maestà.
Condiviso da una piazza di almeno 4mila studenti di tutte le età e credo religioso – anche molti studenti cattolici partecipano alle proteste – il Manifesto di “Free Youth” chiede, tra l’altro: maggiore trasparenza sul sistema che punisce i critici del re; separazione tra la ricchezza personale del monarca e quella della corona; il divieto per la monarchia di intervenire in politica. Di fonte al nuovo fermento giovanile e studentesco, finora, al netto di qualche manifestazione lealista, il governo non ha reagito con violenza ma, dopo l’ultima imponente manifestazione, è iniziato uno stillicidio di arresti, denunce e convocazioni in questura, al fine di intimidire e indebolire il movimento.
(MG-PA) (Agenzia Fides 3/9/2020)


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