ASIA/PAKISTAN - I crimini basati sulla discriminazione religiosa non possono restare impuniti

mercoledì, 8 luglio 2020 minoranze religiose   libertà religiosa   diritti umani   violenza   estremismo   discriminazione  

Una protesta per l'omicidio di Nadeem Joseph

Peshawar (Agenzia Fides) - “Tutti i residenti in questa strada sono musulmani e non vogliono che i cristiani vivano qui: questo è ciò che gli aggressori hanno detto a mio marito e a noi; poiché non abbiamo ceduto a quelle pressioni, hanno iniziato a crearci problemi e a minacciarci. Un giorno hanno aggredito mio marito Nadeem Joseph, lo hanno percosso, lo hanno trascinato per strada dopo avergli sparato con il fucile kalashnikov”: è quanto racconta all'Agenzia Fides Shaheen Joseph, moglie di Nadeem Joseph, il cristiano ucciso a Peshawar per aver rifiutato di abbandonare una casa che aveva regolarmente acquistato, in un quartiere dove, secondo alcuni residenti, i cristiani erano indesiderati (vedi Agenzia Fides 12/6/2020, 2/7/2020 e l'altro articolo dell'8/7/2020).
La vedova riferisce che, in questi giorni, i suoi familiari sono stati nuovamente minacciati e aggrediti. E afferma: "Sono impotente e cerco giustizia, ma penso anche: quale giustizia otterrò? Nessuno potrà restituirmi mio marito. Mia madre e mio fratello sono ancora nella fase di recupero e guarigione dalle ferite. Erano usciti di casa per cercare di aiutare Nadeem e uno dei proiettili ha colpito mia madre alla spalla. Io e i miei figli viviamo nella paura da quel giorno".
Gruppi ecclesiali, gruppi della società civile e Ong che promuovono i diritti umani stanno organizzando proteste e manifestazioni pacifiche, in diverse città del Pakistan, dopo la morte di Nadeem Joseph. Il cristiano Liaquat Munawar, presidente della Ong "Missione e azione per i servizi sociali" (MASS), che nei giorni scorsi ha organizzato una manifestazione di protesta a Karachi, riferisce in un messaggio a Fides: "Condanniamo questo attacco alla famiglia cristiana e chiediamo una severa punizione per gli aggressori. Chiediamo che siano registrati ufficialmente due rapporti di indagine (First Information Report) contro gli assassini, e che il governo del Pakistan si coinvolga, perché quanto è avvenuto è un atto contrario alla Costituzione del Pakistan. Tali delitti basati sulla discriminazione religiosa non possono restare impuniti: solo così crimini di tal genere possono essere scoraggiati e fermati”. (AG-PA) (Agenzia Fides 8/7/2020)


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