ASIA/PAKISTAN - Obbligatoria l'istruzione coranica nelle università del Punjab: i cristiani disapprovano

venerdì, 19 giugno 2020 università   società civile   minoranze religiose   libertà religiosa   libertà di coscienza  

Lahore (Agenzia Fides) - "Chiedo al governatore del Punjab, Chaudhry Sarwar, di rivedere questa decisione e di lavorare per un'istruzione inclusiva, realmente di valore, che promuova i diritti umani e possa essere proposta agli studenti di tutte le religioni, nelle nostre istituzioni educative": è quanto afferma p. Abid Habib, OFM Cap, 64enne sacerdote cattolico e frate Cappuccino pakistano, in un messaggio inviato all'Agenzia Fides, dopo che il governo della provincia pakistana del Punjab ha reso l'insegnamento del Corano obbligatorio per tutti gli studenti universitari che studiano nella provincia. Il frate esprime il dissenso verso questo provvedimento, che ha generato ampia disapprovazione nelle comunità religiose minoritarie (soprattutto tra cristiani e indù), nonché in diverse organizzazioni e piattaforme della società civile pakistana e nel mondo accademico.
Rivolgendosi nei giorni scorsi ai Vice Cancellieri delle Università nella Provincia del Punjab, il Governatore del Punjab, Chaudhry Sarwar, ha dichiarato: "La storica decisione di insegnare il Corano, con la sua traduzione in urdu, è stata implementata. Sarà una materia obbligatoria in tutte le università del Punjab e, senza studiarla, non verrà assegnata nessuna laurea agli studenti; promuoveremo una modifica alla Costituzione per rendere obbligatorio l'insegnamento del Sacro Corano”.
La notifica emessa dal Segretariato del Governatore del Punjab afferma: "Uno studente non potrà conseguire la laurea se non studia il Sacro Corano con la traduzione". E prosegue : "In tutte le università del Punjab, la materia di insegnamento del Sacro Corano verrà insegnata separatamente dall'argomento dell'Islamiat (insegnamenti relativi alla religione islamica), già previsto in tutte le università".
Rileva P. Abid Habib, che è stato anche Direttore della Commissione "Giustizia e Pace" della Conferenza dei Superiori Maggiori in Pakistan: “In primis, va ricordato che non era intenzione del fondatore del Pakistan, Muhammad Ali Jinnah, rendere il Pakistan uno stato teocratico. Nel suo discorso costituzionale dell'11 agosto 1947, chiarì che la religione non avrebbe avuto nulla a che fare negli affari dello Stato. Ma, dopo la morte di Jinnah, si è iniziato a portare l'Islam dentro gli affari dello stato".
Padre Habib riferisce: “Negli ultimi 72 anni, in numerose occasioni le politiche dei governi hanno portato benefici solo ai musulmani, mentre i non musulmani subiscono discriminazioni ovunque. I musulmani leggono il Corano fin dalla loro infanzia. Non vedo perché si debbano costringere anche gli altri studenti a farlo. Ciò di cui questa generazione ha davvero bisogno è l'educazione ai valori, alla dignità della persona, e questo approccio va iniziato fin dalle scuole elementari. Stiamo assistendo alla crescita del fanatismo religioso e dell'intolleranza, e provvedimenti come questo continuano ad alimentare tali fenomeni. Solo se si offre l'educazione agli autentici diritti umani, le nuove generazioni impareranno ad apprezzare e rispettare tutte le fedi”.
La maggior parte dei cristiani pachistani sono di etnia punjabi, sono quindi numerosi nella provincia del Punjab, in particolare nella città di Lahore, dove rappresentano il 10% della popolazione. Su una popolazione di oltre 210 milioni di abitanti, i cristiani pachistani sono circa 4 milioni, quasi ugualmente divisi tra cattolici e appartenenti a comunità di altre confessioni. Il Punjab accoglie circa l’80 per cento dei battezzati pakistani.
(AG-PA) (Agenzia Fides 19/6/2020)


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