ASIA/INDONESIA - Pandemia e Pancasila: la Carta dei cinque principi, “faro guida” per la cura, la cooperazione e la fratellanza

mercoledì, 10 giugno 2020 diritti umani   minoranze religiose   islam   religione   libertà religiosa   giustizia   cristianesimo   dialogo   coronavirus  

Giacarta (Agenzia Fides) - “La Pancasila stabilisce come comportarci verso gli altri. Con umanità e consenso nell’interesse nazionale, che deve essere anteposto al nostro interesse individuale; infine vuole vederci impegnati nella giustizia sociale. Ecco perché la Pancasila è una piattaforma. E’ una piattaforma che definisce la nostra identità ma anche uno strumento per comprendere cosa siamo come nazione”. Lo sottolinea all’Agenzia Fides Yenny Wahid, leader della “Whaid Foundation”, organizzazione creata nel 2004 da suo padre, Abdurrahman Wahid, detto “Gus Dur”, indimenticato presidente del nuovo corso democratico dell’Indonesia.
L’ideologia del Pancasila svolge tutt’oggi in Indonesia un ruolo di coesione nazionale ma anche di convivenza religiosa che guarda all’eguaglianza sociale, tanto più necessaria in tempo di pandemia. La carta dei “Cinque pilastri” fu presentata in prima stesura il 1° giugno del 1945 e formalmente promulgati nella Costituzione del 17 agosto durante la proclamazione dell’indipendenza, ma ne fu cambiato l’ordine con cui erano stati impostati: cosicché al primo posto fu messo il diritto di praticare la propria fede (Ketuhanan Yang Maha Esa): “Il principio afferma che dobbiamo credere in un Dio Supremo, non chi dobbiamo venerare”, specifica Yenny Wahid. E’ la garanzia della libertà religiosa. Seguono civiltà, unità nazionale, consenso e giustizia sociale.
Il 1° giugno è la data in cui, nel 1945, il presidente Sukarno presentò ufficialmente la dottrina della “Pancasila”, la carta dei cinque pilastri su cui si regge la filosofia di convivenza del vasto arcipelago. Proprio in quella data il presidente Joko Widodo, detto “Jokowi”, ha riunito i principali responsabili delle maggiori organizzazioni religiose per discutere la graduale riapertura delle attività religiose in 120 reggenze o nelle città che non presentano casi di Covid-19. Alla riunione hanno partecipato, tra gli altri, il Cardinale Ignatius Suharyo, Arcivescovo di Giacarta, accanto ai responsabile di “Nadlathul Ulama” e “Muhammadiyah” – le due principali associazioni islamiche del Paese. Il Presidente Widodo ha chiesto collaborazione, nel pieno spirito della Pancasila, in un momento in cui, pur riaprendo il Paese, resta necessario seguire le linee guida dettate dal ministero della sanità.
In un discorso alla nazione, Jokowi ha sottolineato come la Pancasila resti il “faro guida” per rilanciare lo spirito della nazione Indonesia, “la cura, la cooperazione reciproche e la fratellanza” in un momento tanto difficile. Ricordando la nascita dei “Cinque pilastri”, Jokowi ha ammesso che la nuova pandemia ha messo a dura prova la resistenza del Paese. Nel commentare l’anniversario, il Capo del Consiglio di amministrazione della Nahdlatul Ulama H. Robikin Emhas, ha affermato che “religione e Pancasila possono sostenersi a vicenda rafforzandosi” e che l’ideologia e la religione “non sono sempre due cose tra cui scegliere una per scartare l'altra”.
Il Segretario generale della Muhammadiyah, Abdul Mu'ti Mu'ti, ha invece sottolineato come Parlamento e Governo debbano essere più attenti nell'ascolto e nell'accettazione delle aspirazioni popolari “senza anteporre interessi personali o di gruppo utilizzando il potere e la voce della maggioranza in parlamento”. Ha inoltre spinto i leader politici a essere più rigorosi nell’attuare la Pancasila, garantendo “giustizia sociale per tutti gli indonesiani".
Restano isolati episodi contrari a questo spirito: l'amministrazione provinciale di Sumatra Occidentale ha messo al bando un'applicazione di Google che consente di leggere sul proprio telefono la Bibbia tradotta nella lingua locale minangkabau. (MG-PA) (Agenzia Fides 10/6/2020)


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