ASIA/INDIA - Il coronavirus fa aumentare la povertà

venerdì, 5 giugno 2020 povertà   fame   solidarietà   chiesa cattolica  

Nuova Delhi (Agenzia Fides) - In India si combatte , più che contro il coronavirus, contro lo spettro della fame e della povertà. Attivisti per i diritti umani e volontari cristiani hanno fatto un appello al governo affinché forniture alimentari siano assicurate ai più poveri e a quanti hanno perso il lavoro a causa del prolungato blocco di ogni attività, decretato dal governo, per contenere il coronavirus, dal 25 marzo al 30 giugno.
Il gesuita padre Irudaya Jyothi, coinvolto in una campagna sul diritto al cibo nello stato del Bengala occidentale, ha notato a Fides diverse anomalie nel sistema di distribuzione pubblica gestito dal governo in particolare per i bisognosi. "A meno che queste lacune non vengano affrontate, si potranno moltiplicare le persone che muoiono di fame" rileva. Il sacerdote ha anche detto che qualche tempo fa i media hanno riferito che i poveri non hanno cibo, "ma il governo non sembra esserne preoccupato, mentre invece ha in programma di produrre etanolo dai chicchi di grano, come segnalato nello stato di Haryana".
Il cappuccino padre Nithya Sagayam, a ex segretario della Commissione per la giustizia e la pace della Conferenza episcopale cattolica dell'India, nota a Fides che "la necessità attuale è di fornire cibo ai bisognosi", osservando che "il governo ha il compito di trovare nuovi modi per affrontare la povertà durante l'emergenza sanitaria poiché l'economia sta scivolando drasticamente".
Da parte sua, la Chiesa cattolica in India sta facendo del suo meglio per fornire cibo ai gruppi più vulnerabili e ai migranti interni, che negli ultimi tre mesi si sono mossi e hanno affrontato lunghi viaggi per ritornare ai propri paesi di origine.
Tra le tante esperienze di impegno assistenziale, il "Board for Research Education and Development" (BREAD), Ong cristiana con sede a Noida, sul confine Delhi-Uttar Pradesh, gestita dalla Società Missionaria Indiana, fornisce un pasto al giorno a circa 36.000 studenti e ragazzi svantaggiati in 75 scuole del Jharkhand.
A Bombay, nell'India occidentale, le suore canossiane danno nutrimento ai poveri con l'aiuto di volontari laici, racconta a Fides suor Lavina D'Souza, direttrice del Centro sociale di Mumbai. "I destinatari - osserva - sono famiglie di lavoratori a giornata, disoccupati, lavoratori domestici e alle altre persone sprofondate nella povertàa a Bombay", rileva.
L'esteso blocco imposto alla nazione a causa del Covid-19, infatti, spingerà almeno 12 milioni di cittadini indiani in estrema povertà, afferma la Banca Mondiale in un Rapporto che monitora la povertà nel mondo. Secondo le stime del "Center for Monitoring Indian Economy", think tank indipendente, circa 122 milioni di indiani sono s rimasti senza lavoro nel mese di aprile.
Ashwajit Singh, amministratore delegato di "IPE Global", società di consulenza del settore dello sviluppo, consulente di diverse multinazionali che lavroano in India, ha osservato che nella nazione "le persone potrebbero morire di fame piuttosto che a causa del virus". Singh cita uno studio dell'Università delle Nazioni Unite secondo cui 104 milioni di indiani potrebbero scendere al di sotto della soglia di povertà determinata dalla Banca mondiale di 3,2 dollari al giorno per i paesi a reddito medio-basso. Ciò porterà la percentuale complessiva di persone che vivono in povertà nella nazione indiana dal 60% ( 812 milioni attualmente) al 68% (920 milioni di indiani): situazione verificatasi l'ultima volta nel paese oltre decennio fa.
(SD-PA) (Agenzia Fides 5/6/2020)


Condividi: