ASIA/PAKISTAN - Ferve il dibattito sulla Commissione nazionale per le minoranze

martedì, 12 maggio 2020 minoranze religiose   pace   società civile   politica  

Lahore (Agenzia Fides) - "La Commissione nazionale per i diritti umani, la Commissione nazionale sullo status delle donne e la Commissione per i diritti dell'infanzia sono state istituite grazie a una apposita legge approvata in Parlamento. Rivolgiamo un appello al Primo ministro e ai membri del governo federale affinché lo stesso percorso si applichi alla 'Commissione nazionale per le minoranze religiose', nell'interesse del paese, per promuovere il rispetto dei diritti umani e dei diritti delle minoranze religiose in Pakistan": è quanto dichiara in una nota inviata all'Agenzia Fides, l'Arcivescovo Joseph Arshad, Vescovo di Islamabad-Rawalpindi, e Presidente della Conferenza episcopale cattolica pakistana, mentre nel paese ferve il dibattito sulla Commissione nazionale per le minoranze religiose, istituita nei giorni scorsi dal governo federale come organismo nel Ministero degli Affari religiosi.
Numerose organizzazioni delle comunità non musulmane hanno contestato questa decisione, affermando che la Commissione, su indicazione della Corte Suprema, dovrebbe essere istituita dal Parlamento, come organismo del tutto indipendente, e non sottoposta al governo.
P. Emmanuel Yousaf, Direttore esecutivo della Commissione nazionale "Giustizia e pace" dei Vescovi cattolici pakistani ha dichiarato che "la Commissione avrebbe dovuto essere formata attraverso un processo adeguato, equo e consultivo. Le comunità delle minoranze religiose non sono state consultate durante la costituzione di questa Commissione. Inoltre, ciò avrebbe dovuto essere fatto con un atto del Parlamento in modo tale da istituire un organo autonomo e con un proprio statuto, raggiungendo così lo scopo definito dalla Corte suprema".
Il mandato della Commissione durerà per un periodo di tre anni. La Commissione comprenderà tre musulmani, tre indù, tre cristiani e un membro ciascuno delle comunità sikh, parsi e kailash. Secondo Samsom Salamat, direttore del Centro per l'educazione ai diritti umani, "la Commissione è stata formata seguendo una via incostituzionale e non democratica, perché non è passata dal Parlamento. Essa somiglia a una Commissione interreligiosa piuttosto che a una commissione delle minoranze: aver incluso nella Commissione il capo del Consiglio islamico di ideologia islamica e altri 2 noti leader musulmani è la prova evidente, e si ritiene che in presenza di queste personalità, i membri appartenenti alle comunità minoritarie non saranno in grado di discutere questioni e prendere decisioni in modo indipendente e libero".
La migliore pratica, si afferma, è che tali organismi per i diritti siano costituiti sulla base di una legge emanata dal parlamento. Un organismo istituito dall'esecutivo rischia di essere "un corpo presentato alla comunità internazionale solo per fare bella mostra".
Albert David, cristiano e membro della neonata Commissione nazionale, spera che "la Commissione sarà in grado di ottenere dei risultati": "Essa condurrà anche attività di lobby con il governo sulle questioni relative alle minoranze e formulerà una proposta per lo sviluppo di una politica nazionale sull'armonia interreligiosa". "Potremo formulare delle osservazioni o proposte di modifica di leggi o politiche che risultano discriminatorie nei confronti delle minoranze", afferma David. Il nostro sforzo sarà "garantire l'effettiva partecipazione delle comunità minoritarie alla vita della nazione, esaminando le rivendicazioni delle comunità di minoranza al governo pakistano". (KN- PA) (Agenzia Fides 12/05/2020)


Condividi: