ASIA - Dai Vescovi asiatici un appello alla tregua globale, in tempo di pandemia

lunedì, 27 aprile 2020 guerre   conferenze episcopali   vescovi   pace   cessate-il-fuoco   coronavirus  

Un check - point militare in tempo di Covid-19 a Mindanao nelle Filippine

Yangon (Agenzia Fides) - I Vescovi dell'Asia si uniscono alla richiesta del Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e del Santo Padre Francesco, per un cessate il fuoco globale di fronte alla minaccia senza precedenti della pandemia di coronavirus: lo afferma, in un messaggio inviato all'Agenzia Fides, il Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon e Presidente della Federazione delle Conferenze Episcoapli dell'Asia (FABC), chiedendo "la fine delle ostilità in tutto il mondo". Se non si smette di combattere ovunque, dice il testo, "la sofferenza di molti sarà prolungata in tutto il mondo e la guarigione ritardata indefinitamente".
"L'intero pianeta è in crisi. Le conseguenze della pandemia sono catastrofiche per la salute pubblica e per la vita sociale ed economica. Se desideriamo davvero che il Myanmar emerga come popolo unito, pacifico e prospero, ora è il momento di prendere una decisione rapida, per un'azione saggia, coerente e orientata al futuro. Non è il momento di intensificare il conflitto, ma di porre fine alla malattia della guerra che sta devastando il nostro mondo", dice il Cardinale .
Il messaggio riprende le parole pronunciate da Papa Francesco che, visitando il Myanmar nel 2017, ricordò che "i conflitti non si risolvono attraverso la guerra e l'antagonismo, e le differenze devono essere superate attraverso il dialogo e una ricerca costruttiva della pace".
Riferendosi al Myanmar, l'Arcivescovo di Yangon afferma che "i leader nazionali e dei gruppi etnici del Myanmar possono scegliere un percorso che cerca la fiducia e la cooperazione per il bene di tutti e quindi unisce la nazione", ma rileva che "le continue e persino intensificate operazioni militari, da qualunque parte, contraddicono tutte le iniziative illuminate. I civili sono in pericolo, anche a causa dei bombardamenti presumibilmente mirati a obiettivi militari. L'economia è sottoposta a gravi tensioni è messa e qualsiasi picco di contagio nei campi dei rifugiati minaccia gravemente anche le popolazioni circostanti".
"La furia del virus illustra la follia della guerra" ha confermato il Cardinale, citando António Guterres e concordando nel lanciare un appello per "bloccare i conflitti armati e concentrarsi sulla vera lotta per le nostre vite”. Il messaggio ricorda ed elogia le nazioni che, in varie parti del mondo, hanno risposto positivamente a questa chiamata, come in Camerun, Filippine, Yemen e Siria, ed esorta tutti i gruppi armati a deporre le armi e ad armarsi di sincerità e verità"; intraprendendo "il percorso più difficile di superare le differenze faccia a faccia con coraggio e intelligenza".
Gli incontri dell'organizzazione "Religions for Peace", cui il Cardinale prende parte - conclude il testo - "hanno dimostrato che un dialogo coordinato tra tutte le parti è possibile e fruttuoso". Il testo si conclude offrendo la disponibilità "a incoraggiare e mediare un nuovo e tempestivo percorso di dialogo tra le diverse parti in lotta, in tutto il mondo". (PA) (Agenzia Fides 27/4/2020)


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