AFRICA/NIGER - Covid-19: “Le proteste per le misure di confinamento fanno temere assalti ai cristiani”

martedì, 21 aprile 2020 coronavirus   persecuzioni   missionari  

Niamey (Agenzia Fides) – “C’era da aspettarselo. Da alcuni giorni a Niamey ci sono scene di guerriglia urbana a causa dei ‘confinamenti’ legati alla gestione della pandemia da Covid-19” scrive all’Agenzia Fides dalla capitale del Niger, p. Mauro Armanino, missionario della Società delle Missioni Africane (SMA).
“Le misure che toccano, in particolare, la chiusura delle moschee e il coprifuoco a partire dalle ore 19 fino alle 6 del giorno seguente, hanno provocato, fin dall’inizio, reazioni di protesta di una parte dei cittadini”. Alcune moschee chiuse con la forza, arresti di imam, uso di lacrimogeni per disperdere i manifestanti che appiccavano il fuoco a pneumatici e il timore, non infondato, che accada quanto già vissuto nel 2015 con le proteste contro le pubblicazioni del settimanale francese Charlie Hebdo” sottolinea p. Armanino. Nel fine settimana del 16 e 17 gennaio 2015 varie chiese e templi protestanti erano andate in fumo e alcune persone avevano perso la vita (vedi Fides 21 e 22 gennaio 2015). Dopo alcuni arresti in massa più nulla: l’avvenimento non ha avuto né autori né mandanti.
“La notte del 19 aprile, in vari quartieri della capitale, ci sono state azioni di protesta con uso di pneumatici dati alle fiamme nelle rotonde. Secondo alcune testimonianze sassi sono piovuti sulla casa di un pastore, adiacente al tempio protestante. Anche non lontano da una chiesa, già distrutta nel passato, sono stati incendiati alcuni pneumatici. In entrambi i casi è intervenuta la polizia per disperdere i manifestanti” riferisce il missionario.
Secondo p. Armanino “il senso di disagio espresso da una frangia della giovane popolazione, esprime vari sentimenti che vanno dallo scetticismo nei confronti dell’esistenza della malattia fino all’identificazione della malattia stessa con l’Occidente, cristiano”. “Come faceva osservare un amico, buon conoscitore della società nigerina di Niamey, ogni qualvolta c’è un malessere nei confronti del potere politico, il capro espiatorio più facile e immediato sono i cristiani”. “Tra qualche giorno si celebrerà l’inizio del Ramadan, il mese sacro dei musulmani. il rischio di una rivolta che implichi anche l’attacco alle chiese è nell’ordine del possibile” conclude il missionario.
Il Niger, uno degli stati più poveri del mondo, ha registrato 648 casi di Covid-19 al 19 marzo, inclusi 20 decessi, secondo un rapporto del Ministero della Salute. Il 12 aprile, il governo ha esteso l'isolamento di Niamey dal resto del Paese, nonché lo stato di emergenza e il coprifuoco (dalle 7 di sera alle 6 del mattino). I luoghi di culto e le scuole sono chiusi. (L.M.) (Agenzia Fides 21/4/2020)


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