AMERICA/MESSICO - Di fronte alla pandemia, i migranti “continuano ad essere invisibili nelle politiche sociali e umanitarie”

lunedì, 13 aprile 2020 emigrazione   coronavirus   diritti umani  

vaticanews

Città del Messico (Agenzia Fides) - La Pastorale della Mobilità umana delle Conferenze episcopali di Messico, Guatemala e Honduras, ha pubblicato un documento sulla situazione migratoria in questi tempi di coronavirus, pervenuto a Fides.
Innanzitutto i rappresentanti osservano che l'elevato rischio di contagio da coronavirus è costante nei loro tre paesi e “sebbene ogni nazione abbia adottato misure per prevenire e contenere la pandemia, non tutti i governi hanno predisposto misure sufficienti per proteggere i loro cittadini e i vicini”.
Notano “con preoccupazione che il Messico non sta trattando la questione della migrazione come un fenomeno di vitale importanza in questi giorni di Covid-19, consentendo al suo vicino settentrionale di espellere i cittadini di qualsiasi paese nel suo territorio, compresi molti senza giusto processo e senza la protezione necessaria fornita ai richiedenti asilo”. Proseguono poi denunciando che “le espulsioni di intere famiglie con bambini, a tarda notte, le rende facili prede del crimine organizzato”.
Allo stesso modo il Messico “continua a espellere i cittadini centroamericani, in particolare i migranti honduregni, in Guatemala, violando il diritto internazionale e lasciando questi cittadini honduregni in una situazione di totale mancanza di protezione, aumentando così il loro grado di vulnerabilità. Il Guatemala, da parte sua, sta permettendo ai migranti di passare attraverso il suo territorio, anche con i confini chiusi e con il silenzio complice del governo honduregno, che non sta facendo abbastanza per soddisfare le esigenze della sua popolazione e mantenere il controllo delle frontiere che dice di aver chiuso”.
I rappresentanti delle tre Conferenze episcopali rilevano “con preoccupazione, che i migranti, tra le tante persone vulnerabili di fronte a questa pandemia, continuano ad essere invisibili nelle politiche sociali e umanitarie”.
Di fronte a questa situazione, nella seconda parte del documento, la Pastorale della Mobilità umana “congiuntamente come Chiesa, sollecita i governi di Messico, Guatemala e Honduras” con una serie di richieste. Prima di tutto “consideriamo la questione della migrazione come un fenomeno di vitale importanza in questo periodo di diffusione del coronavirus” per non esporre i migranti a maggiori rischi né la popolazione attraverso la quale passano, e “ridurre l'alto grado di discriminazione e stigmatizzazione dei migranti come vettori. del virus”. Chiedono poi di “interrompere le espulsioni, applicare il diritto internazionale che vieta a un paese di espellere uno straniero in un altro paese che non sia il suo paese di origine o in cui è stabilita la sua residenza legale”. Per motivi umanitari e per evitare il sovraffollamento, sia consentito alle persone che si trovano in un processo di regolarizzazione della loro situazione, “di lasciare le stazioni migratorie e i centri di detenzione per i migranti”. Sia inoltre garantita un'adeguata assistenza medica ai migranti, indipendentemente dal loro stato di immigrazione.
Invitano quindi i responsabili della protezione dei diritti umani nei rispettivi paesi ad alzare la voce e a promuovere iniziative concrete in difesa dei diritti dei più vulnerabili.
“Infine – concludono - uniamo la nostra voce a quella di coloro che lo hanno già fatto, per chiedere ai nostri governanti di non politicizzare la crisi del coronavirus e di prendere provvedimenti concreti per fermare la diffusione del virus. Tra queste azioni, è essenziale considerare i migranti come una popolazione altamente vulnerabile”. Il documento è firmato dai Presidenti e dai Segretari esecutivi delle Commissioni episcopali per la Mobilità umana dei tre paesi. (SL) (Agenzia Fides 13/04/2020)


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