AFRICA/CONGO RD - Dopo l’ebola, il covid-19: Settimana Santa tra incertezza e paura, dice il Cardinale Ambongo

lunedì, 6 aprile 2020 coronavirus   pasqua   preghiera   sanità  

Kinshasa (Agenzia Fides) - “Siamo terrorizzati dalla possibile diffusione del covid-19 qui da noi in Congo; non avremmo né mezzi né soluzioni logistiche per affrontarla e sarebbe un disastro”: parlando all’Agenzia Fides, il Cardinale Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa, si dice molto preoccupato. Neanche il tempo di metabolizzare la buona notizia della graduale liberazione dall’incubo ebola, che ha straziato il Paese dall’estate del 2018 facendo migliaia di vittime, e ora bisogna fare i conti con i primi contagi dal coronavirus. “C'è forte timore perché il numero dei contagiati sale di giorno in giorno. La mia diocesi è quella più colpita, la maggior parte dei casi si concentra nella capitale dove abitano 12 milioni di persone, ma temiamo una diffusione anche nella altre aree del Paese. Sui notiziari osserviamo quanto sta avvenendo in Italia, in Spagna, in America e non osiamo immaginare cosa sarebbe qui, se anche una minima parte di quello che è successo lì, accadesse da noi”.
Il Card. Ambongo denuncia a Fides le condizioni di povertà e impreparazione in cui versa il Paese. “Il governo ha chiesto di limitare la circolazione, di lavarsi le mani, restare il più possibile a casa, ma qui da noi, lo slogan restate a casa in molti casi non avrebbe senso, perché le case sono abitazioni precarie, in un piccolo vano, poi, arrivano a vivere anche 10/15 persone, la stragrande maggioranza della nostra popolazione vive per strada tutto il giorno. Non tutti i nuclei, inoltre, hanno acqua corrente e per lavarsi le mani bisogna percorrere distanze. In città si vede un po’ meno gente in giro, ma siamo lontani dalle misure che servirebbero. Come Chiesa stiamo parlando con il Presidente della Repubblica per trovare soluzioni, perché temiamo che l’indicazione di restare a casa non funzionerà nella gran parte delle situazioni. C’è poi un rischio saccheggio nel caso di epidemie e ricoveri di massa, soprattutto ad opera di militari e poliziotti”.
I cristiani della Repubblica Democratica del Congo, oltre il 50% della popolazione (al 90% cattolici), si apprestano a vivere la Pasqua in una situazione di grandi incertezza e paura. “Le Chiese sono aperte ma l’afflusso dei fedeli è proibito. Si può entrare per pregare ma uno alla volta o con gruppi molto ridotti, non più di 20. A Kinshasa possiamo usufruire di una tv e una radio cattolici e trasmetteremo tutte le funzioni. Il problema sarà in tutte quelle diocesi in cui non ci sono questi mezzi”. (LA) (Agenzia Fides 6/4/2020)


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