AFRICA/EGITTO - Corte di cassazione raccomanda di annullare la condanna a morte di un monaco copto accusato dell’omicidio di Anba Epiphanios

martedì, 17 marzo 2020 medio oriente   chiese orientali   monachesimo   giustizia   pena di morte  

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Il Cairo (Agenzia Fides) - La Corte di cassazione ha raccomandato l’annullamento di una delle due sentenze di condanna a morte comminate in primo grado dalla giustizia egiziana nei confronti del monaco e dell’ex monaco accusati dell’omicidio di Anba Epiphanios (nella foto), abate del monastero copto di San Macario. Lo ha riferito nei giorni scorsi il legale Michel Halim, avvocato difensore di uno dei due accusati, aggiungendo che l’orientamento espresso dalla Corte di cassazione non rappresenta comunque ancora un pronunciamento vincolante da parte dell’organismo giudiziario, e non riguarderebbe l’altro accusato Isaiah al Makari.
Sabato 23 febbraio 2019 la Corte penale di Damanhur aveva emesso due sentenze di condanna a morte per il monaco Falta’os al Makari e l’ex monaco Wael Saad Tawadros (che da monaco portava il nome di Isaiah al Makari), condannati come colpevoli dell’assassinio di Anba Epiphanios, perpetrato il 29 luglio 2018 nel monastero di San Macario, nella regione del Wadi Natrun (vedi Fides 25/2/2019). L’assassinio dell’abate aveva sconvolto l’intera comunità copta e in particolare gli ambienti monastici. La prima sentenza di condanna a morte, confermata due mesi dopo, era stata subito definita come “una catastrofe” da Anba Agathon, Vescovo copto ortodosso di Maghagha. Il Vescovo Agathon aveva da subito invitato a pregare per i due condannati, e aveva suggerito di presentare al più presto il ricorso per un’ulteriore istanza di giudizio.
Nella prima sentenza di condanna, si legge tra l’altro che i due condannati “non hanno avuto scrupoli nel commettere il loro crimine in un luogo sacro, e hanno mostrato di non tenere in alcun conto neanche l’età avanzata e la statura spirituale della vittima”. Secondo quanto ricostruito durante le indagini, tra l’Abate assassinato e i due condannati erano sorti contrasti per questioni economiche e per diverse violazioni delle regole monastiche da parte dei due monaci (uno dei quali, Wael Saad Tawadros, dopo l’omicidio era stato spogliato dell’abito monastico al termine di un lungo processo canonico). Durante il dibattimento processuale, i due accusati hanno continuato a proclamarsi innocenti, e hanno anche ritrattato precedenti confessioni di colpevolezza che, a loro dire, sarebbero state estorte attraverso pressioni psicologiche da parte degli organi inquirenti.
Alle prime ore di domenica 29 luglio 2018, il corpo del Vescovo Epiphanios era stato rinvenuto in una pozza di sangue, all'interno del monastero, lungo il tragitto che dalla sua cella conduceva alla chiesa, dove il Vescovo si stava recando per iniziare la giornata con l'ufficio delle preghiere mattutine, prima della Messa domenicale (vedi Fides 30/7/2018). 64 anni, nativo di Tanta, laureato in medicina, Anba Epiphanios era entrato nel Monastero di San Macario, nella regione del Wadi Natrun, nel 1984, era stato ordinato sacerdote nel 2002. Ricercatore e studioso, aveva lavorato alla traduzione dal greco all'arabo di diversi libri della Bibbia. (GV) (Agenzia Fides 17/3/2020)


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