AFRICA/NIGER - Assalto contro militari al confine con il Mali; secondo un Vescovo i jihadisti intendono occupare il Sahel

venerdì, 10 gennaio 2020 jihadisti   militari   persecuzioni  

Niamey (Agenzia Fides) - È di 25 soldati morti e 6 feriti, e 63 jihadisti uccisi, il bilancio dell’assalto di ieri, 9 gennaio, al posto militare avanzato di Chinégodar, un villaggio del Niger a 10 km dalla frontiera con il Mali.
Secondo le autorità di Niamey, l’assalto è stato condotto da almeno un centinaio di jihadisti a cavallo di motociclette. I militari nigerini sono riusciti a respingerli grazie all’appoggio aereo fornito dall’aviazione locale e da quello degli alleati (probabilmente droni americani o francesi).
Questo attacco arriva un mese dopo quello del campo di Inates nello stesso settore, che ha causato 71 morti.
Chinégodar ha accolto i primi rifugiati maliani nel 2012 dopo l'offensiva ribelle tuareg nel nord del Mali. Nell’area è stato proclamato lo stato di emergenza teso a prevenire ricorrenti incursioni jihadiste. Le autorità di Tillaberi hanno anche deciso di "vietare la circolazione di motocicli, notte e giorno" in diverse località, compresa la capitale regionale di Tillaberi.
Niger, Mali e Burkina Faso sono i tre maggiori Stati del Sahel colpiti dalle violenze di diversi gruppi terroristici che si muovono da un Paese all’altro. L'8 gennaio Mohamed Ibn Chambas capo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per l'Africa occidentale e il Sahel (UNOWAS), ha dichiarato davanti ai membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che sono 4.000 le persone uccise in assalti jihadisti tra Niger, Burkina Faso e Mali nel 2019, rispetto ai 770 morti del 2016. Anche il numero di sfollati interni in questi tre Paesi è aumentato di dieci volte, arrivando a circa mezzo milione. Altre 25.000 persone hanno invece trovato rifugio nei Paesi vicini.
In Burkina Faso una delle diocesi maggiormente colpite dalle violenze dei jihadisti è quella di Fada'Ngourma, la più vasta del Paese. L’Ordinario del luogo, Sua Ecc. Mons. Pierre Claver Malgo, ha osservato che ci sono diversi gruppi islamisti che operano nella regione" e per lui "è chiaro che tutti hanno un piano: occupare l'intera regione del Sahel". Mons. Malgo ha denunciato che quando i fedeli cristiani vengono attaccati "viene sempre chiesto loro di convertirsi all'Islam e rinunciare alla loro fede. Per non parlare della distruzione e della profanazione dei simboli religiosi cristiani”.
In Burkina Faso nel 2019 sono stati uccisi tre sacerdoti, mentre è ancora nelle mani dei suoi sequestratori padre Pierluigi Maccalli, della Società delle Missioni Africane (SMA), rapito in Niger, nella missione di Bamoanga, nella notte tra il 17 e il 18 settembre 2018. (L.M.) (Agenzia Fides 10/1/2020)


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