AMERICA/HAITI - Annullato il Te Deum per la festa dell’Indipendenza, il Presidente annuncia cambiamenti

giovedì, 2 gennaio 2020 situazione sociale   politica   povertà   chiese locali   diritti umani  

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Annullato il Te Deum per la festa dell’Indipendenza, il Presidente annuncia cambiamenti

Port au Prince (Agenzia Fides) – Senza un comunicato concordato fra autorità civili e leader religiosi, ad Haiti il primo giorno del nuovo anno, festa dell'Indipendenza del paese dalla Francia, il 1° gennaio 1804, non è stato celebrato il consueto “Te Deum” nella Cattedrale di Les Gonaives, città culla dell’indipendenza, cui assiste il Capo dello Stato. Un fatto del genere non capitava dal 1954.
L’evento non è stato comunque del tutto improvviso. Alcuni giorni prima della fine dell'anno, alcune fonti informative, come HaitiLibre, pubblicavano la notizia che a pochi giorni dalla celebrazione del 216 anniversario dell’Indipendenza, la città di Les Gonaïves era ancora incerta sulla presenza o meno del Presidente Jovenel Moïse a questa celebrazione. Intanto l'opposizione radicale annunciava una mobilitazione cittadina e la celebrazione del funerale, in Place d'Armes, di Cénoble Mécène, ucciso durante gli scontri tra polizia e manifestanti, azioni volte a impedire l'arrivo del Capo dello Stato.
La Coalizione delle Associazioni dei Giovani Leader dell'Artebonite, in una lettera del 19 dicembre indirizzata a Mons. Yves-Marie Péan, Vescovo di Les Gonaïves, chiedeva di non celebrare il Te Deum il 1° gennaio per evitare, secondo la Coalizione, “che questa bella Messa tradizionale del primo giorno dell'anno diventi il pretesto di una rinnovata oppressione contro coloro che lottano per un altro sistema di governo”. "Non conosciamo ancora la posizione del Vescovo Péan" avevano scritto dopo Natale. Il 31 dicembre è stata resa pubblica la notizia ufficiale che il Presidente non sarebbe andato a Les Gonaives perché avrebbe deciso di celebrare la festa nazionale a Port au Prince.
La stampa locale ha interpretato il gesto di Mons. Péan, che avrebbe dovuto presiedere l'Eucaristia il 1° gennaio e invece ha tenuto chiuse le porte della Cattedrale, come un segno di solidarietà con il governo, mentre altri hanno ricordato le sue parole durante il Te Deum dell'anno scorso, quando sottolineò il "fallimento delle istituzioni politiche, il collasso dell'economia, la corruzione diffusa, l'impunità arrogante e la mancanza di rispetto per la sacralità della vita" (vedi Fides 3/01/2019).
Il messaggio del Presidente Jovenel Moïse, presentato ieri al paese, promette cambiamenti ad Haiti. Queste le sue parole: "Nel 2020 ci impegnamo a interrompere questo ciclo di incertezza, a ripristinare la pace nelle strade e nelle case, a proteggere i nostri bambini sulla strada per la scuola e nella loro vita quotidiana, a combattere le bande armate e ad avviare questo dialogo inter haitiano, se necessario e così urgente".
Il 27 dicembre l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), ha informato che, alla fine del 2019, il numero degli haitiani che vivevano nell'insicurezza alimentare era superiore a 3,7 milioni, vale a dire che ha registrato una crescita del 32% rispetto alla fine del 2018. Di questi, 2,6 milioni soffrono di "insufficienza acuta e critica con grave malnutrizione" (fase 3 sulla scala 5 dell'IPC - Comitato Internazionale di Pianificazione per la Sovranità Alimentare) e 1,046 milioni (contesto rurale e urbano), si trovano in una situazione "di emergenza umanitaria" (fase 4 IPC) che colpisce circa il 35% della popolazione di Haiti.
L'agenzia delle Nazioni Unite ha avvertito che il numero potrebbe raggiungere 4,2 milioni nel marzo 2020, inclusi 1,2 milioni nell'emergenza umanitaria. Ha anche affermato che nel 2020, 4,6 milioni di haitiani (di cui 45,5% bambini), quasi il 40% della popolazione, avranno bisogno di aiuti umanitari, in gran parte bloccati per la mancanza di gestione locale o per la corruzione (vedi Fides 20/12/2019).
(CE) (Agenzia Fides 02/01/2020)


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