AMERICA/PARAGUAY - Morto il gesuita Bartomeu Melià, grande esperto di lingua e cultura degli indigeni guaranì

sabato, 7 dicembre 2019 indigeni   animazione missionaria   istituti missionari  

Asunciòn (Agenzia Fides) – Ieri, 6 dicembre, è morto ad Asunción il gesuita padre Bartomeu Melià. Nato a Porreras, sull'isola di Maiorca, nel 1932, era arrivato in Paraguay nel 1954, e da allora iniziò lo studio della lingua e della cultura guaranì, indigeni dell’America latina, di cui era considerato uno dei maggiori esperti. Nel corso della vita ha combinato il lavoro di studioso con la sua esperienza di vita con i popoli indigeni, denunciando le ingiustizie di cui sono vittime, e operando per la sopravvivenza delle lingue indigene. Il suo impegno significò, nel 1976, l'espulsione dal Paraguay per aver ripudiato pubblicamente il sistematico massacro degli Ache-Guayaki.
Come ricorda la nota inviata all’Agenzia Fides dalla curia dei Gesuiti della Spagna, padre Melià si trasferì nella giungla per vivere con i Guarani, integrandosi nella loro vita quotidiana, conoscendo i riti della loro religione ancestrale e camminando al loro fianco. E’ stato professore di etnologia e cultura guaranì all'Università cattolica di Asunción e presidente del Centro di studi antropologici della stessa università.
Dopo l’espulsione dal Paraguay si trasferì in Brasile, dove visse con gli Enawene-nawé, nel Mato Grosso, accompagnato dal gesuita Vicente Cañas, che in seguito fu assassinato per aver difeso quella comunità (vedi Fides 14/11/2017; 5/12/2017). Nel 1989 potè tornare in Paraguay. Ha partecipato attivamente a vari programmi di educazione bilingue interculturale, sia in Paraguay che in Bolivia, Brasile e Argentina. Ha scritto numerosi libri e articoli, ed è stato insignito di diversi premi e riconoscimenti per il suo impegno a favore delle cause dei popoli indigeni e per la difesa della lingua guaranì. (S.L.) (Agenzia Fides 07/12/2019)


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