AMERICA/NICARAGUA - Profanate le tombe dei manifestanti uccisi; la Chiesa chiede pace, giustizia e rispetto di tutti

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Profanate le tombe dei manifestanti uccisi; la Chiesa chiede pace, giustizia e rispetto di tutti

Managua (Agenzia Fides) – “Dobbiamo rispettare le tombe, perché lì riposa un santo. Per noi qui ci sono i santi, qui li abbiamo sepolti e qui veniamo a pregare per loro”: lo ha chiesto pubblicamente domenica scorsa, 3 novembre, l'Arcivescovo di Managua, il Cardinale Leopoldo Brenes, invitando a non continuare a profanare le tombe dei manifestanti contrari al governo del presidente Daniel Ortega, come hanno denunciato i loro parenti pubblicando fotografie e video.
La tomba di uno dei giovani uccisi in una delle tante manifestazioni di protesta contro Ortega è stata profanata proprio nel giorno della commemorazione di tutti i defunti, sabato 2 novembre. La famiglia di Josué Mojica, ucciso l'8 luglio 2018 a Carazo (sud-ovest), all’età di 18 anni, ha pubblicato fotografie e video dei danni causati alla tomba. I parenti del ragazzo, affranti dal dolore e tra le lacrime, hanno espresso ai giornalisti la loro impotenza e la loro indignazione. "Che cosa guadagnano dal danneggiare una tomba? L'hanno già ucciso, lasciatelo in pace" ha detto una delle zie.
L'Associazione "Madres de Abril", che riunisce i parenti delle vittime, come l'Unità Nazionale Blu e Bianco dell'opposizione, hanno condannato fermamente la continua profanazione delle tombe di altri giovani. Inoltre hanno chiesto alle autorità di indagare su quanto avvenuto proprio il giorno della celebrazione dei defunti.
Ieri, 4 novembre, l'arcidiocesi di Managua ha inviato a Fides un messaggio della Commissione Giustizia e Pace per la chiusura del Mese Missionario Straordinario, in cui invita la comunità ecclesiale ad essere messaggera e promotorice di pace e giustizia. "L'obbietivo della missione è preparare le genti a ricevere Cristo, i suoi valori e il suo modo vivere la costruzione del Regno, vale a dire, vivere la giustizia, il perdono, l'amore, il servizio; ma è questa la società che stiamo costruendo?" si legge nel documento.
"L'attuale crisi sociale, politica e economica aggrava la società povera al limite della miseria, dove l'altro non ha valore, ha perso il diritto a vivere con dignità. Manca il lavoro, manca l'educazione, non c'è un servizio sanitario... la politica economica e tributaria imposta, non è una risposta alla recessione economica che vive il paese" denuncia il documento. "Così non si costruisce una nazione, con la paura e la pressione. Si deve creare un ambiente di fiducia, giustizia, libertà di espressione...per evitare di concentrare il potere" conclude il testo.
Dall'aprile 2018 il Nicaragua sta vivendo una crisi socio-politica che ha causato più di 300 morti (vedi Fides 17/04/2019), secondo la Commissione interamericana per i diritti umani (CIDH), il numero dei prigionieri politici supera i 700, cui si aggiunge un alto numero di giovani e famiglie che sono dovute fuggire dal paese per la dura repressione (vedi Fides 10/07/2019).
(CE) (Agenzia Fides 05/11/2019)


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